“Formula 1”: c’è anche questa voce tra le ricerche ancora senza una spiegazione registrate nel telefono di Liliana Resinovich. Si tratterebbe di un elemento emerso dall’analisi del dispositivo e che riguarda attività online nei giorni precedenti alla scomparsa, verosimilmente entro il 13 dicembre 2021. Chi ha fatto quella ricerca ripetuta sul cellulare della 63enne? L’interrogativo è centrale nella nuova puntata di Quarto grado, programma in cui da settimane va in scena un serrato faccia a faccia in pillole tra il marito, Sebastiano Visintin, e il sedicente amante della donna, Claudio Sterpin.



Ed è proprio quest’ultimo a ipotizzare che lei o il coniuge possano aver cercato quella parola in Rete diverse volte alla luce di quella che lui definisce una passione comune proprio per la F1. Sul punto, però, insiste una criticità rappresentata dal fatto che Visintin sostiene da sempre di non aver mai usato il telefono della moglie, così come di non aver mai “messo le mani” sulle sue cose a partire dagli effetti personali come portafogli e documenti. A fare quelle ricerche è stata Liliana Resinovich o qualcun altro ha usato il device nei giorni che hanno preceduto la sparizione?



Il mistero della telefonata respinta quando Lilly Resinovich era già scomparsa

C’è un altro mistero che si aggiunge al complesso mosaico del caso di Liliana Resinovich e in queste ore sta suscitando notevole interesse. La Procura di Trieste ha ricevuto una consulenza informatica dal pool che assiste il fratello della donna, Sergio Resinovich, e il documento conterrebbe novità importanti. Si tratta dell’analisi della copia forense del cellulare di Liliana Resinovich dalla quale emergerebbe un dato finora inedito: qualcuno, dopo che era già scomparsa e quando in casa non doveva esserci nessuno, avrebbe respinto una telefonata di Sterpin alle 10:56 del 14 dicembre 2021, giorno della sparizione.



L’abitazione, in quel momento, da ricostruzione risulterebbe essere stata vuota perché Sebastiano Visintin ha detto di essere uscito prima della moglie e di aver fatto ritorno a casa soltanto all’ora di pranzo. Decisamente molto tempo dopo l’operazione di rifiuto della chiamata che, secondo il consulente di parte Francesco Zorzi, sarebbe frutto di una “interazione umana” su quel dispositivo. A questo si somma il giallo della luce trovata accesa in corridoio, una “dimenticanza” non attribuibile, secondo i familiari, a una persona scrupolosa come Liliana Resinovich.