Un anno e mezzo dopo, la morte di Liliana Resinovich è un giallo ancora tutto da decifrare. Le nuove indagini disposte dal gip di Trieste Luigi Dainotti, indicate nella recente ordinanza con cui è stata rigettata l’istanza di archiviazione per suicidio avanzata dalla Procura, puntano su 25 nodi da sciogliere tra cui quello delle impronte sui sacchi neri che contenevano il corpo della 63enne. In sede di prima indagine sarebbe stata riscontrata l’assenza di tracce riconducibili alla donna non solo sulle buste, ma anche sulla bottiglietta trovata all’interno della borsa che aveva con sé al momento della scomparsa. Reperti su cui non c’è evidenza di un contatto da parte della vittima e che, se fosse ammesso lo scenario suicidario, avrebbe dovuto necessariamente maneggiare.
Nell’ambito della nuova fase investigativa, il giudice per le indagini preliminari ha indicato tra i punti da sottoporre ad accertamenti delle analisi utili a stabilire se sussistano tracce dell’intervento di terzi sulla scena, a partire dalla comparazione tra l’impronta guantata trovata su un sacco, i guanti usati dagli operatori intervenuti al momento del ritrovamento del cadavere e un guanto repertato nei pressi del corpo. A Quarto Grado si parla nuovamente del giallo di Trieste e dell’attuale stato dell’inchiesta, dopo i recenti interventi in studio del marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin, e dell’amico Fulvio Covalero.
Liliana Resinovich: inquirenti a caccia di nuove tracce, al vaglio anche ipotesi congelamento del corpo
La nuova attività di indagine sul caso di Liliana Resinovich, come indicato dal gip nei 25 punti della sua ordinanza, punterà a trovare la risposta definitiva alla domanda centrale del mistero: suicidio o omicidio? Ancora oggi sono tante le ombre che insistono sulla morte della 63enne, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio seguente nel parco dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, non ha mai creduto ad un gesto estremo e da sempre si è detto convinto che la sorella sia stata uccisa.
Una nuova consulenza medico legale, chiesta dal gip, servirà ad accertare se le lesività riscontrate sul cadavere di Liliana Resimovich siano compatibili con l’azione di terzi e se vi siano riscontri in merito all’ipotesi del congelamento del corpo non esclusa dai consulenti del fratello della vittima. Si indagherà per trovare elementi utili a inquadrare con maggiore definizione l’epoca e le circostanze del decesso. Sergio Resinovich ha sempre posto un interrogativo fondamentale davanti a tutto: se davvero Liliana Resinovich fosse morta nelle 48-60 ore precedenti al ritrovamento del corpo, come concluso dai consulenti della Procura nella precedente indagine, dov’è stata dal giorno della sparizione fino al drammatico epilogo?