Liliana Resinovich al centro di un giallo ancora senza soluzione. Non si placano gli interrogativi sulla scomparsa e sulla morte della 63enne, secondo la Procura di Trieste, che ha chiesto l’archiviazione, suicidatasi con dei sacchetti in testa a ridosso del ritrovamento del corpo (entro le 48-60 ore precedenti, indica la consulenza medico legale degli esperti incaricati dai pm). La famiglia della vittima si oppone a questo scenario e chiede che si continui ad indagare, mentre nel caso restano insoluti alcuni punti che per il fratello di Liliana Resinovich, Sergio, appaiono potenzialmente dirimenti: l’epoca della morte, la natura dei segni sul volto e le misteriose tracce di un “Ignoto 1” isolate su slip e cordino (che non sarebbero riconducibili al marito, Sebastiano Visintin, né al sedicente amante della donna, Claudio Sterpin).
Su questi e molti altri interrogativi si articola l’opposizione della famiglia alla tesi del suicidio. Liliana Resinovich, secondo il fratello, sarebbe stata uccisa. “Non si sa se si tratta dello stesso uomo“, riporta il settimanale Giallo parlando delle tracce maschili trovate sull’indimento intimo della vittima e sul pezzo di spago che chiudeva in modo blando le buste intorno al collo della 63enne, ma per i consulenti di parte potrebbero rappresentare la chiave per la svolta nelle indagini sul mistero di Trieste.
Liliana Resinovich, macchie di sangue sul cordino e tracce sotto le unghie
Oltre alle tracce maschili rinvenute su slip e cordino, che non sarebbero né del marito né dell’amante di Liliana Resinovich, ci sarebbe dell’altro. Secondo quanto riporta Giallo, lo stesso spago che la donna avrebbe usato per chiudere le buste intorno alla sua testa e soffocarsi – questa la ricostruzione della Procura di Trieste – presenterebbe un’altra “anomalia“: macchie di sangue della vittima che, se confermato lo scenario suicidario per asfissia, non avrebbero ragione di esistere, tantomeno in quella sede.
Il settimanale riporta inoltre un altro elemento che porterebbe a tenere viva l’ipotesi di un omicidio: tracce di un misterioso soggetto sarebbero state individuate sotto le unghie di Liliana Resinovich, possibile segno di un tentativo di difesa durante un’aggressione. Sui sacchi neri che contenevano il corpo della 63enne, infine, sarebbero state isolate le impronte di un guanto in tessuto ancora oggi non attribuito. Sicuramente non appartiene alla vittima e il fratello di Liliana Resinovich, Sergio, non ha dubbi: là fuori ci sarebbe un assassino ancora all’ombra delle indagini e per questo bisogna andare avanti e scoprire tutta la verità sulla scomparsa e sulla morte della donna.