Liliana Segre è stata l’ospite clou della puntata di ieri del programma di Rai Tre, Che Tempo Che Fa. La senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio e simbolo dell’anti fascismo in Italia, si è raccontata ai microfoni di Fabio Fazio, parlando a 360 gradi. Le prime parole sono state per il nuovo governo, di cui Liliana Segre ha spiegato: «È facile giudicare a priori e invece da donna laica quale sono voglio proprio stare a vedere come sarà. Voglio combattere dentro di me quei pregiudizi che hanno sconvolto tante vite e voglio essere una spettatrice serena».



E ancora: «Io voglio sperare che ci sia ancora l’antifascismo» per poi raccontare l’esperienza dello zio, fratello del padre Alberto: «Mio zio era un fascista della prima ora che apparteneva al gruppo Crespi e c’era un continuo scambio di idee tra mio padre antifascista e il suo amatissimo fratello. La differenza era enorme, mio zio si era sposato in camicia nera, e dopo anni di conflitto fraterno – a volte affettuoso, a volte seccato – nel 1938 mio zio tagliò dalle fotografie del matrimonio la sua figura». Ma in seguito le cose cambiarono: «Dopo aver perso tutta la sua famiglia, si è trovato a vivere a lungo con il rimorso spaventoso di avere aderito con il suo entusiasmo giovanile al fascismo che gli aveva ucciso il padre, la madre e l’unico fratello. Ogni notte nei suoi incubi cercava di portare giù dal treno suo padre».



LILIANA SEGRE: “NEL MOMENTO IN CUI ALLATTAVO MIO FIGLIO…”

Liliana Segre ha svelato di aver trovato un po’ di serenità e di pace quando è diventata mamma: «Nel momento in cui allattavo il mio primo figlio, Alberto come mio padre, da quel latte è uscita la parte più tragica della mia persona e la mia felicità di diventare madre è stata tale che questa è vita. Per fare la pace con tutta la morte che c’era in me ci sono voluti tanti anni, ma sicuramente io sono una donna di pace e in pace».

Si parla poi dei Maneskin e di Chiara Ferragni: «I Maneskin sono ragazzi in gamba, mi piace la loro musica. Chiara Ferragni? (che ha incontrato la scorsa estate al Memoriale della Shoah ndr) Seppur abituata a un successo continuo da sempre, è stata molto umile. Io ho nipoti solo maschi, ma è stata una nipote affettuosa». Quindi ha concluso la sua intervista dicendo: «In un tempo fatto di presente continuo è difficile rinnovare il valore della memoria. Nel giro di pochi anni la Shoah sarà una riga di storia e poi non ci sarà più».