Ben 24 denunce per minacce ricevute online. Sono quelle che ha presentato martedì la senatrice a vita Liliana Segre alla caserma dei carabinieri di Milano. Assistita dall’avvocato Vincenzo Saponara, Segre ha presentato le denunce presso la sezione Indagini telematiche del reparto operativo – nucleo investigativo. Nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti ignoti, che per questo dovranno essere identificati, visto che negli ultimi mesi hanno inviato messaggi sui social o via mail di «odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte». Ma tra i denunciati spicca chef Rubio, il cuoco Gabriele Rubini all’anagrafe, che già nel 2019 era stato denunciato per istigazione all’odio razziale a causa di un tweet in cui definiva «abominevole» lo Stato di Israele.
La decisione di Liliana Segre non è, comunque, un fulmine a ciel sereno, perché nelle scorse settimane aveva anticipato la decisione. La sopravvissuta allo sterminio nazifascista ne aveva parlato durante il forum nazionale delle donne ebree d’Italia.
LILIANA SEGRE DENUNCIA: LA REPLICA DI CHEF RUBIO
«La vita mi ha insegnato a essere libera e senza paura, nonostante io sia la più vecchia d’Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte anche perché sono vaccinata, e non sono una no vax. Non più tardi di ieri mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona», aveva dichiarato Liliana Segre il 9 novembre a Milano. Dalle parole è passata ai fatti. La reazione di Chef Rubio alla denuncia delle denunce presentate da Liliana Segre non si è fatta attendere. Infatti ha pubblicato un primo commento su Twitter: «Chiedere a #LilianaSegre di denunciare i crimini della colonia d’insediamento israeliana e dell’esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all’odio? I silenzi di parte sono odio, non chi resiste». Poi ha reso altre dichiarazioni come: «Comunque volevo informare la mafia sionista che mi perseguita ormai da quasi dieci anni che qui a Frascati ancora non è arrivato nulla, quindi mi fa piacere sapere che tutti sionisti grazie alla loro rete capillare siano arrivati a saperlo prima ancora del sottoscritto».