Sui suoi spazi digitali, il quotidiano “La Repubblica” ha pubblicato in data odierna un’intervista video alla senatrice a vita Liliana Segre, che giovedì festeggerà i suoi novant’anni. Nata a Milano il 10 settembre 1930 in una famiglia ebraica, rimase dopo pochi mesi orfana di madre e la vita la mise a durissima prova: il 10 dicembre 1943 provò a scappare a Lugano insieme a suo padre, ma furono entrambi respinti. Lei aveva appena 13 anni e trascorse 40 giorni a San Vittore. Il 30 gennaio 1944 fu deportata ad Auschwitz, dove vennero uccisi il padre e i nonni. Messa ai lavori forzati, alla fine del mese di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione dal campo, affrontò la “marcia della morte” verso la Germania, per essere poi liberata nel maggio del 1945 dal campo di Malchow dall’Armata Rossa. Il 19 maggio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i 25 sopravvissuti.
LILIANA SEGRE: “AUSCHWITZ, UN INFERNO A TAVOLINO”
“Non potevo neppure immaginare con la fantasia più diabolica, che non mi apparteneva, che vi fosse un inferno preparato a tavolino già da tempo per tutte quelle persone che erano considerate diverse e che, come tali, dovevano sparire dal mondo con un programma di morte, articolato, organizzato perfettamente nei dettagli e che provocava in tutte le prigioniere, soprattutto le più giovani, lo stupore per il male altrui, di cui non ci si libera neppure da vecchi”, ha raccontato a “La Repubblica” Liliana Segre, aggiungendo: “Anche in quei momenti difficili io mi sono sempre sentita una persona, erano gli altri che non mi vedevano così, mi avevano ridotto a un numero e/o a un pezzo. Per fortuna, per quello, forse, non ero mai impazzita. Quando ho riacquistato la libertà, mi ci è voluta una grande forza di volontà per riconoscere gli altri come persone ed è servito tempo per metabolizzare un’esperienza simile. Io ho incontrato l’amore quando ero ancora giovane e questo mi ha salvato”.
LILIANA SEGRE: “LA MIA SPERANZA SONO GLI ADOLESCENTI”
“Per trovare una risposta universale al male commesso dai nazifascisti bisogna leggere”, ha affermato la senatrice a vita. “Come dice Primo Levi, ‘capire è impossibile, ma conoscere è necessario’: solo attraverso lo studio, la lettura e la comprensione, potremo intuire come un popolo così evoluto come il popolo tedesco sia arrivato a compiere queste barbarie”. A breve avrà inoltre seguito la mozione di cui si era discusso nel 2018, quando Liliana Segre fu nominata senatrice a vita, per l’istituzione di una commissione contro l’odio: “Io purtroppo nella mia vita ho visto come si comincia a odiare qualcuno e come si insegna a farlo, mettendo prima la persona in ridicolo, poi facendo del bullismo e, dalle parole violente, si può passare ai fatti, arrivando a uccidere qualcuno”. I giovani sono l’ancora di salvezza per l’umanità intera? La risposta è sì: “L’adolescenza è un’occasione di vita che poi non si ripete. È speciale in tutto, perché non si è né bambini né adulti. Si trova una grande forza ed è per questo che spero molto nei ragazzi”.