Liliana Segre è una delle voci chiamate a raccontare la vita di Anna Frank, l’adolescenza morta a soli sedici anni nel campo di concentramento di Bergen – Belsen. Il 12 giugno quella ragazzina avrebbe compiuto 90 anni e per ricordarle e commemorarla Rai3 ha pensato bene di dedicarle una prima serata con la partecipazione di Corrado Augias e della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla furia del regime nazista. “Il messaggio di Anna Frank è stato sempre positivo fino all’ultimo. Lo vogliamo rovinare? Lo vogliamo distruggere non solo con le magliette, ma facendole capire dopo tanti anni che il suo messaggio è stato inutile, che non è stato raccolto? Purtroppo è così” dice la Segre, che durante la sua vita ha partecipato a tantissime mostre dedicate alla vita della piccola, ma grande Anna.



Liliana Segre: “Anna Frank è morta prima di diventare donna”

La senatrice a vita è molto legata alla storia di Anna Frank, quella ragazzina che per due anni è scampata alla furia nazista trovando un posto sicuro nel rifugio segreto in via Prinsengracht 263-267 ad Amsterdam con la sorella e la famiglia. Un rifugio, oggi diventato un museo – verità, che ti emoziona a tal punto da togliere il fiato. Tra le mura di quel rifugio segreto Anna ha trovato nel suo diario, diventato anni dopo uno dei libri più importanti del periodo della Shoah, la sua valvola di sfogo, ma anche un amico a cui confidare i suoi segreti. “Quanti ricordi, quanti discorsi. Sono una sopravvissuta, una testimone, sono come sarebbe stata lei oggi se fosse stata risparmiata” dice Liliana Segre ricordando Anna Frank. “E’ morta prima di diventare quella donna che sarebbe stata” – sottolinea la senatrice a vita – “non ha potuto diventare sposa, mamma e non ha potuto diventare nonna. È rimasta la ragazza del rifugio segreto, nel cuore di tutti”.



Liliana Segre: “Anna Frank? Impossibile dimenticarla”

“Come si fa a dimenticare Anna Frank?” domanda Liliana Segre, ma sopratutto  “come si fa a mettere Anna Frank sulle magliette di quelli che vanno nelle curve degli stadi? Come si fa a esprimere una bestemmia di questo genere?”. Domande forti come tuoni quelle fatte dalla senatrice a vita sopravvissuta al campo di concentramento di campo di Malchow da dove è stata liberata il 1 maggio del 1945. La Segre non ha alcun dubbio: “è ignoranza, oltre che insensibilità. Vuol dire non aver letto e studiato la storia. Mettere quelle magliette è uccidere di nuovo Anna Frank, tante volte quante sono le persone che le indossano”. Non solo, la Segre ha anche una grande paura: che tutto questo orrore creato dal regime nazista di Hitler possa sparire. “Le pietre di inciampo oltraggiate fanno morire ogni volta quella persona che è già morta solo per la colpa di essere nata. E anche Anna Frank è morta per la colpa di essere nata. E siccome si cancella la storia dai libri, rimarranno solo le tracce. Poi moriranno tutti. Saremmo morti tutti, carnefici e vittime ancora superstiti. Rimarrà, forse, una riga in un libro storia e poi non ci sarà più neanche quella. Il messaggio di Anna Frank? Io non so se avrebbe avuto ancora la speranza”.

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