Liliana Segre compie oggi 90 anni e sono tantissimi i messaggi di affetto destinati alla senatrice. Un compleanno importante, anche se non mancano i motivi di tristezza dando uno sguardo alla cronaca degli ultimi giorni. L’opinione pubblica è ancora scossa per la terribile morte di Willy, 21enne ucciso di botte da due energumeni a Colleferro e, intervenuta ai microfoni di Repubblica, la Segre ha evidenziato: «Il pestaggio di quel ragazzino non solo mi ha colpito, ma mi ha suscitato tormenti e ricordi terribili. L’ho trovata una barbarie assoluta. Vorrei fare mie le parole della presidente della nostra comunità, Noemi Segni, che ha scritto un messaggio bellissimo, ricordando come questa esaltazione non della vittima ma dei suoi persecutori, e si riferisce a tutto ciò che è stato scritto sui social, alla fine ha ucciso ancora e ancora il povero Willy». Liliana Segre si è detta spaventata da questo episodio, vissuto come una sconfitta personale: «Se ancora ci sono in giro persone che pensano di risolvere le proprie sconfitte personali picchiando il prossimo, siamo ancora in una società lontana dalla civiltà».



LILIANA SEGRE: “CHIARA FERRAGNI HA RAGIONE”

Nella lunga intervista rilasciata a La Stampa, Liliana Segre ha elogiato l’intervento dell’influencer Chiara Ferragni, definita molto brava e coraggiosa: «E ha ragione: siamo alle prese con un problema di mentalità fascista che ancora ci pervade e da cui non facciamo mai abbastanza per liberarci. Questa storia è un naufragio di civiltà su cui dovremmo riflettere seriamente». La senatrice a vita ha evidenziato che ognuno deve prendersi le sue responsabilità senza delegare agli altri, dobbiamo imparare a crescere ed a rispondere ciascuno delle proprie azioni.



Infine, Liliana Segre ha fatto un bilancio della sua vita, anzi, delle sue due vite: «Sì, sono fortunata, sono rinata più volte: dalla deportazione, dalla mia vita giovanile, da quella di donna sconosciuta e silenziosa. Ho avuto così tante fasi… E’ stata una vita lunga e a volte faticosa. Io stessa mi ripenso, l’ho sempre fatto, credo sia una peculiarità delle donne. Ricordo di averlo fatto anche a cinquant’anni, quando iniziai a raccontare la mia storia, a ribellarmi al silenzio e all’oblio. Allora ero abbastanza stupita, e ora ancora di più. Chi l‘avrebbe mai detto».

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