Sulla guerra in Ucraina «non è concepibile nessuna equidistanza»: Liliana Segre non ha dubbi. La senatrice a vita è intervenuta in videocollegamento con il 17/o Congresso nazionale dell’Anpi: «Se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà».
Liliana Segre ha tenuto a precisare che il sostegno all’Ucraina non può e non deve significare «inimicizia nei confronti del grande popolo russo». Anzi, loro sono i primi a subire le conseguenze nefaste delle scelte e della condotta «disumana» del Cremlino: «Condotta che reca offesa alla memoria dei 20 milioni di caduti dell’Unione Sovietica, dunque russi e ucraini insieme, nella guerra vittoriosa contro il nazifascismo».
LILIANA SEGRE: “LA RESISTENZA È UN DIRITTO”
Nel corso del suo intervento, Liliana Segre si è soffermata sulla guerra sanguinosa in corso in Ucraina, arrivata all’improvviso a sconvolgere il cuore dell’Europa. Un conflitto che provoca nella senatrice a vita «un orrore che non mi è facile descrivere». Sopravvissuta all’Olocausto, ha ricordato le grandi sofferenze trascorse e il dramma vissuto oggi dal popolo ucraino. Sofferenze, ha spiegato, che non avrebbe mai immaginato di rivedere così vicino a noi: «Anche rispetto a questa mostruosità della guerra la nostra Costituzione ci offre una guida sicura, se riusciamo a declinare in chiave universale i suoi precetti. Infatti, l’aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell’Ucraina rappresenta proprio l’esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l’articolo 11 della Costituzione ci insegna a ‘ripudiare’: la guerra come ‘strumento di offesa alla libertà degli altri popoli’». Liliana Segre ha dunque evidenziato che la resistenza è un diritto:«E la resistenza del popolo invaso rappresenta l’esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria, che l’articolo 52 prescrive addirittura come ‘sacro dovere’».