LILIANA SEGRE PRESIDENTE DEL SENATO PER UN GIORNO: IL VIDEO DISCORSO
Liliana Segre è Presidente del Senato per un giorno, in quanto membro più anziano di Palazzo Madama viste le condizioni di salute non perfette di Giorgio Napolitano: per questo motivo la senatrice a vita scampata dalla barbarie nazista dei campi di concentramento presiede la prima seduta del Senato in questa XIX Legislatura, in attesa dell’elezione del nuovo Presidente dopo Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Dare l’esempio non vuol dire fare solo il nostro dovere, servendo le istituzioni e non servirci di esse. Lasciamo fuori da questa assemblea la politica urlata», spiega Liliana Segre nel passaggio forse più significativo per l’appello ai senatori dei prossimi 5 anni.
«Ai miei tempi la scuola iniziava ad ottobre, è impossibile non provare una vertigine, ripensando alla stessa bambina che nel 38 fu costretta dalla legge razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare, e che oggi si trova sul banco più prestigioso del Senato», sottolinea quasi commossa la senatrice a vita nel suo discoro di apertura della Legislatura, «in questo mese cade il centenario della marcia su Roma che diede vita alla dittatura fascista, tocca proprio a me presiedere la seduta del tempio della democrazia». Liliana Segre ribadisce come il Paese guarda alla politica dopo le tante delusioni anche del recente passato, «grandi sono le nostre responsabilità e grandi le opportunità di dare l’esempio». Le elezioni del 25 settembre, spiega ancora la senatrice a vita nominata da Sergio Mattarella, «hanno visto una vivace competizione tra i diversi schieramenti. Il popolo ha deciso, è l’essenza della democrazia. La maggioranza ha il diritto e il dovere di governare».
“LA COSTITUZIONE PUÒ ESSERE EMENDATA”: L’INTERVENTO DI LILIANA SEGRE AL SENATO
Nel suo lungo discorso dal Senato, la Presidente “per un giorno” Liliana Segre fa appello alla politica per perfezionare la Costituzione: «La Costituzione non è un pezzo di carta, ma il testamento di migliaia di morti per la libertà, che vede come capofila Matteotti». Secondo la senatrice a vita scampata all’odio nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale, «Il popolo italiano ha sempre dimostrato grande attaccamento alla costituzione, la ha sempre sentita amica, i cittadini hanno sempre scelto di difenderla in ogni occasione in cui sono stati interpellati». Per Segre però anche la stessa Carta costituzionale «è perfettibile e può essere emendata. Ma se le energie che vengono spese per cambiare da decenni la costituzione con risultati modesti e peggiorativi, fossero state usate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e felice». Liliana Segre ha poi scandito le date della Repubblica, fissando queste nell’immaginario collettivo come simboli di libertà e giustizia: «25 aprile, Festa della Liberazione. 1° maggio, Festa del Lavoro. 2 giugno, Festa della Repubblica. Anche su questo tema, della condivisione delle date che scandiscono un patto tra generazioni, grande potrebbe essere il valore dell’esempio».
Passaggio particolarmente accorato del suo discorso è quello sull’emergenza “odio”: «Altro passaggio è quello della lotta al linguaggio dell’odio, dell’imbarbarimento del dibattito pubblico. I lavori della commissione straordinaria contro l’odio si è concluso con un documento di indirizzo votato alla unanimità, è un comportamento virtuoso». Lanciando un accorato appello a maggioranza e opposizione, Liliana Segre spiega come «serve interrompere la lunga serie di errore del passato. La maggioranza si ricordi degli abusi che denunciava quando era minoranza. La minoranza si ricordi degli eccessi che rimproverava all’opposizione quando erano loro a governare». Parla direttamente dell’abuso di «decreti d’emergenza» e pure dell’abuso di «voti di fiducia», serve infatti «non ripetere gli errori dei Governi passati». Chiosa finale di Liliana Segre sull’emergenza attuale che preoccupa i cittadini italiani ed europei tra guerra caro-prezzi: «Auspico che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo un impegno straordinario per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e imprese, che si battono contro l’inflazione e contro i costi dell’energia».