Nicolai Lilin ha fatto un passo indietro. L’autore di Educazione siberiana si è sfilato dalle elezioni comunali di Milano dopo aver deciso di appoggiare il sindaco uscente Beppe Sala nella lista Europa verde. Intervenuto ai microfoni di Libero, lo scrittore è tornato sulla sua decisione, replicando agli attacchi ricevuti da sinistra e Il Fatto Quotidiano…
«Mi hanno chiamato “Nazi-verde”. Non mi metto neanche a discutere sull’ignoranza di questi miserabili che mi buttano fango addosso. Io non mai sbandierato vessilli nazisti né fatto il saluto romano. Io sono culturalmente di sinistra, sono nato e cresciuto in Unione Sovietica; dove condivisione, onestà, senso delle famiglia e della natura sono radicati. Mio nonno era un anarchico incattivito; ma la sinistra italiana con me non c’entra, è per lo più dedita al conformismo», ha spiegato Lilin nel dialogo con Francesco Specchia.
LILIN: “ADDIO TV PER COLPA DI PD E BOLDRINI”
Nicolai Lilin è stato additato per aver presentato il suo libro da Casa Pound, ma ha evidenziato di averlo fatto anche nei centri sociali, all’Arcigay e nelle carceri di massima sicurezza. «Mi attacco perché non rifiuto il dialogo», ha rimarcato lo scrittore, per poi ribadire di essere stato fatto fuori dalla televisione per interventi istituzionali di una certa sinistra: «Di tv non faccio più a causa di vari attacchi del Pd e di esponenti di sinistra come Laura Boldrini. Che, da presidente della Camera, sulla guerra del Donbass e in chiave antirussa, invitò Andrij Parubij, fondatore di organizzazioni neonaziste e tra i responsabili del massacro di più di 100 sindacalisti alcuni dei quali arsi vivi». Sul ritiro dalla corsa alle comunali, Lilin ha sottolineato di essere troppo anticonformista per essere collocato in aree politiche precise…