Diventare supereroi raccontando se stessi: è quello che è riuscito a fare Lillo, al secolo Pasquale Petrolo, nella serie presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, disponibile su Prime Video dal 5 gennaio. La presentazione è anche l’occasione per entrare ancor più nel merito della propria vita, spiegando di essere cresciuto a Tor Pignattara. Lillo è figlio di papà poliziotto e mamma casalinga. «Non c’erano soldi per comprarmi il costume di Batman e allora mi toccava uno squallido vestitino in prestito dagli amichetti, un principe che non aveva nemmeno la spada», spiega al Corriere della Sera. Inoltre, poteva permettersi un solo fumetto alla settimana, ma «quel pomeriggio era meraviglioso».



Lillo era un bambino timido e curioso, anche solitario. «Mia madre si preoccupava, a casa venivano a trovarla le amiche con i figli e mi diceva, perché non giocate insieme? Ma io avevo già il mio programma. Avevo due personaggi immaginari che creavo con delle smorfie guardandomi allo specchio». Proprio la passione per i fumetti l’ha ispirata per il suo nuovo progetto, “Sono Lillo“. «La metafora del supereroe è importante, da ragazzo avevo pensato di creare Normal Man, la storia di un tipo che diventa cento volte più forte e intelligente ma invece è cento volte più stupido, e diventa normale. Per timore reverenziale, i miei supereroi sono assurdi, ho troppo rispetto per quelli veri».



LILLO E IL SUCCESSO POP CON POSAMAN

La serie “Sono Lillo” nasce dal successo di Posaman, il personaggio creato per far rivedere i concorrenti del game show Lol. Pur avendo avuto successo con Greg, stavolta è andato oltre. Da un personaggio di pose è uscita fuori una chiave di racconto. «C’è mia moglie interpretata da Sara Lazzaro che non ne può più di me e delle mie stranezze e mi lascia. Gli amici sono personaggi improbabili che mi ruotano intorno. In questa bizzarra avventura abbiamo creato una realtà alternativa dove Testaccio echeggia Brooklyn. Per dire qualcosa di vero è necessario inventare delle bugie e creare nuovi mondi».



Ma, come racconta Lillo al Corriere della Sera, c’è comunque tanto di se stesso, a partire dalle sue insicurezze e paure. «Qui è tutto autoironico, intrattenimento con molta improvvisazione. Mi piace il surreale che prende spunto dal reale. Non è una storia egoriferita, anzi è corale, partecipano i miei amici». Infatti, ci sono Pietro Sermonti, Marco Marzocca, Cristiano Caccamo, Valerio Lundini e Corrado Guzzanti guest star in una puntata. Probabilmente anche la pandemia ha cambiato il mondo della comicità, visto che sorridere è diventata una necessità, «un bisogno fisico, come andare in bagno o mangiare».