Secondo l’antropologo russo, Stanislav Drobyshevsky, l’immortalità dell’uomo è a portata di mano ma, paradossalmente, causerebbe l’estinzione della nostra specie. Come riferisce il sito di RaiNews, il famoso ricercatore ha ipotizzato che oggi sarebbe possibile raggiungere l’immortalità dal punto di vista tecnico, ma lo stesso spera che tale prospettiva non venga mai perseguita in quanto provocherebbe un effetto contrario: «la vita eterna degli individui – spiega Stanislav Drobyshevsky – conduce alla morte della specie».
Secondo l’antropologo, a favorire l’immortalità dell’uomo sarebbe il livello moderno della medicina, le opportunità riguardanti i trapianti di organi, lo sviluppo dell’ingegneria genetica, e non solo, tutti aspetti che spianano appunto la strada verso l’immortalità umana. Tuttavia, se ciò si verificasse realmente, tutti gli esseri umani “si estingueranno inevitabilmente”. Drobyshevsky ha infatti spiegato che con il cambio delle generazioni avvengono la selezione naturale e una serie di mutazioni e ricombinazioni, che consentono di “adattarsi alle condizioni di vita – scrive RaiNews.it – in costante cambiamento sul pianeta”.
DALL’IMMORTALITA’ ALL’ESTINZIONE: ECCO PERCHE’ ACCADREBBE
Ogni specie è quindi in continua trasformazione, e l’evoluzione è causata da un cambiamento nelle condizioni di esistenza. Nel caso in cui dovessimo raggiungere l’immortalità, questo processo evolutivo troverà la parola fine, di conseguenza si estinguerebbe totalmente l’umanità, così come si sono estinti in passato i dinosauri o i mammut.
Il ricercatore russo ha spiegato che un individuo che si adatta ad una serie di condizioni specifiche e ristrette, non sarà in grado di fronteggiare delle nuove sfide nel caso in cui queste stesse condizioni venissero modificate, e secondo l’antropologo, prima o poi cambieranno “al cento per cento”. L’esempio potrebbe essere un cambiamento nella composizione dell’atmosfera terrestre, o magari un aumento della temperatura sulla Terra, che porterebbe l’umanità a trovarsi in un vicolo cieco. Ecco perchè, ribadisce: “L’immortalità, paradossalmente, è una garanzia di estinzione”. A questo punto, meglio continuare… a morire.