Era il 12 settembre di un secolo fa, quando si consumò quella che è passata alla storia come “impresa di Fiume”. La città, da secoli appartenuta alla Repubblica Veneta, era dopo la fine della Prima guerra mondiale contesa fra Regno d’Italia e Regno di Jugoslavia. Quel giorno il poeta Gabriele D’Annunzio, grande amico di Mussolini, guidò alcuni reparti dell’esercito italiano, ribellatisi al comando superiore, alla conquista della città, una occupazione che durò 16 mesi fino al Trattato di Rapallo del 1920 che restituì la città agli slavi. Il governo italiano infatti non aveva riconosciuto l’impresa di D’Annunzio e dei suoi soldati ribelli. La faccenda è tornata alla ribalta delle cronache per la decisione del comune di Trieste, amministrato dal centro destra, di inaugurare proprio in questo centenario una statua del poeta nella centrale Piazza della Borsa, opera dello scultore Alessandro Verdi. La cosa non è sfuggita ai vicini di frontiera croati che hanno vivacemente protestato, consegnando una nota addirittura al nostro ambasciatore a Zagabria in cui si condanna l’inaugurazione della statua proprio nel centenario dell’impresa di Fiume, oggi Rijieka: un atto, si legge nella nota, che «contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi».
CROATI CONTRO D’ANNUNZIO
Il sindaco Roberto Dipiazza non si è scomposto dichiarando nel corso dell’inaugurazione: “Tutta l’Italia è piena di viali e scuole dedicate a D’Annunzio e tutte queste polemiche che ho sentito mi sembrano davvero incredibili. D’Annunzio è stato un grande italiano come ce ne sono stati tanti altri e dobbiamo essere orgogliosi di lui”. Non ha evidentemente tenuto conto della memoria storica dei croati, i quali a loro volta evidentemente si considerano ancora jusgoslavi, e del fatto che D’Annunzio è sempre stato associato al regime fascista, da lui sostenuto e esaltato. Per chi invece è interessato a una storia quasi dimenticata, Fiume dopo l’impresa di D’Annunzio divenne Stato Libero dal 1920 al 1924 e poi annessa al Regno d’Italia dal 1924 al 1945, passando alla Jugoslavia nel ’47 e quindi alla Croazia al momento della sua dichiarazione di indipendenza nel 1991.