Durante un incontro pubblico una signora chiede ad una ragazza di 17 anni de L’Imprevisto che stava ultimando il suo percorso in comunità: “Cosa ti aspetti di trovare dopo la Comunità?”.
Marigona – il nome della ragazza: “Non lo so, è una domanda che non mi pongo… vedo e so che tutto sarà per me, che tutto mi verrà incontro!”.
Sono tornato con la mente a questo episodio per immaginare, per capire come saremo dopo il Covid, come ripartiremo, con quale speranza?
Comprendo che la questione vera non è ripartire, ma se negli occhi e nel cuore avrò la stessa speranza, la stessa certezza di quella ragazza.
La domanda riguardante il mondo che troveremo è debole e fuorviante. Quella interessante è se vedrò, troverò, mi verrà incontro una misura nuova, grande, diversa, un cuore nuovo? Ecco il vero desiderio, ciò che il tempo così duro e drammatico che stiamo attraversando ci instilla nel sangue e ci immette sotto pelle sempre più tumultuosamente.
Se siamo sinceri con il nostro cuore possiamo intuire che non vogliamo più perderci inseguendo traguardi deludenti, continuando ad abbeverarci a cisterne avvelenate, essere fermi, ripiegati su noi stessi, bloccati, disorientati, spauriti.
Voglio essere anch’io come quella mia ragazza, così come desidero che i miei ragazzi de L’Imprevisto siano sempre come i pastori del Vangelo: semplici, aperti, che guardano, seguono, arrivano di corsa e si inginocchiano davanti alla vita… pieni di gioia per aver trovato pace, riposo, ristoro; per aver trovato sé stessi, dignità… la fonte, la sorgente stessa della dignità.
Poi, ancora, vorrei che i miei ragazzi siano anche Re Magi: desiderosi, continuamente in attesa e alla ricerca dei segni, intelligenti, capaci di leggere in profondità… che cercano sempre la stella cometa.
Quante volte ho pensato ai pastori ed ai Re Magi, fin da bambino davanti ai numerosissimi presepi che ammiravo. Mi chiedevo che cosa mai avran pensato, quali e quante immagini saran passate per la loro testa. Dopo aver a lungo guardato e ammirato quel che avevan davanti, quante domande avranno formulato, dette, avanzate, gridate? Sì, quanto acute, ardite, taglienti saranno state le infinite domande del loro cuore, quanti pensamenti, riflessioni, scandagliamenti, sommovimenti avranno avuto in petto ed innalzato e stagliato, lanciato lontano lontano in alto in alto? Ah se a quel tempo avessi potuto esser lì per vedere, per ascoltare, io, proprio io, quel bambino che ero allora!
Quante domande e quanti sguardi! Anche degli sguardi mi son sempre chiesto. Come si saranno tra loro guardati davanti a “tutto quel ben di Dio”? Si saranno detti, magari solo con gli occhi: “Ora non siamo più soli, staremo insieme per sempre, abbiamo sempre voluto e cercato una cosa che non muore mai e ora l’abbiamo trovata! E cos’è questa fragranza che ci sgorga da dentro, questa forza che ci erompe dal profondo? Come una indomabilità, sì una indomabilità che trabocca e straborda dovunque, cos’è?!”.