La celebre vita di Ennio Doris, che con Silvio Berlusconi creò quella che alcuni anni dopo divenne Banca Mediolanum, è finita al centro di un film uscito recentemente nelle sale, ‘C’è anche domani’, che è riuscito a far commuovere anche chi, vicino a Doris, ci ha trascorso un’intera vita: la moglie Lina Tombolato. In un recente intervista al Corriere, infatti, confessa di aver versato qualche lacrima “quando ho visto i miei suoceri e al primo incontro tra me ed Ennio”. Un film, sostiene Lina Tombolato, “che vorrei vedessero nelle scuole per infondere speranza ai ragazzi di oggi”.



Guardandosi indietro, infatti, confessa di non aver mai creduto che sarebbero arrivati così tanto lontani, pur avendo sempre “avuto una fiducia cieca nelle intuizioni” di Ennio Doris. Il primo incontro di quella che sarebbe diventata “una favola” avvenne dopo un anno dal momento in cui lei si innamorò di lui, perché “ero più giovane e non mi vedeva”, mentre entrambi si trovavano a casa “di mio zio”. Per anni hanno intessuto una fitta corrispondenza, specialmente “d’estate, quando ero al mare a Jesolo”, ricorda Lina Tombolato, “e lui mi raggiungeva il sabato in pullman. Arrivava anche dopo mezzanotte, ma era un momento solo nostro”.



Lina Tombolato: “Ho un ricordo affettuoso di Silvio Berlusconi”

Ripensando ancora a quei primi anni della loro relazione, Lina Tombolato ricorda con affetto che per sposarsi, Ennio Doris “chiese un persisto allo zio, e con quei soldi ci siamo comprati la camera da letto che costava meno in assoluto per andare a vivere dai suoi genitori”, mentre rimanevano fermi e convinti “dei nostri sogni”. Ad oggi, dopo meno di tre anni dalla morte del marito avvenuta nel novembre del 2021, Lina Tombolato confessa che le mancano soprattutto “la quotidianità, i piccoli gesti” e non fatica a raccontare che “quando la nostalgia è tanta, piango“.



Passando, però, a parlare anche della carriera di Ennio Dorris, a distanza di decenni la moglie è ancora convinta che risarcire i clienti dopo il fallimento di Lehman Brothers “era la cosa giusta”, perché la crisi gli diede “l’opportunità di mostrare di che pasta era fatto“. Ed un pensiero, doveroso, va anche compagno di viaggio Silvio Berlusconi, con il quale fondò Programma Italia, e Lina Tombolato confessa che “fui io a spronarlo“, lasciando uno stipendio da “124 milioni di lire al mese”: una persona che ricorda per “la genialità, la generosità, l’altruismo” con un “ricordo privato molto affettuoso” che non è mai stato intaccato dalle “tante cose inventate” da media e oppositori politici.