Negli ultimi giorni la piattaforma streaming Netflix ha pubblicato la docuserie ‘Rapimento alieno a Manhattan‘ dedicata all’incredibile caso di Linda Napolitano che sostiene di aver subito il più credibile e ben documento rapimento da parte di qualche presunta creatura extraterrestre: un racconto complesso ed articolato, tracciato dalla stessa protagonista – oggi 77enne – assieme alla testimonianza di Carol Rainey, ex moglie del famoso ufologo Budd Hopkins che per prima mise in dubbio la veridicità del racconto di Linda Napolitano.



Prima di arrivare ad Hopkins e Rainey – però – vale la pena partire dal principio per ripercorrere brevemente la singolare vicenda di Linda Napolitano: era infatti il 30 novembre del 1989 quando la donna – secondo il suo racconto – venne rapita mentre si trovava all’interno del suo appartamento a New York, letteralmente (racconta) “portata su, fino in cielo” ed accolta all’interno di una navicella che si aprì “come una vongola”.



Linda Napolitano – però – sostiene di non avere grandissimi ricordi dell’accaduto e fu solamente grazie ad Hopkins e alle sue tecniche ipnotiche che riuscì a riportare alla luce quella giornata: gli alieni (veri o presunti) le impiantarono un piccolo chip nel naso e la inseguirono “con un ago grande quanto una siringa per il tacchino” per – ipoteticamente – asportarle gli ovuli per una ragione non meglio precisata: il rapimento sarebbe suffragato da almeno 23 testimoni oculari e – come ne se non bastasse – dopo il suo ritorno ricevette anche una visita da parte di alcuni uomini governativi.



La versione dell’ex moglie di Hopkins sul rapimento di Linda Napolitano: “Una bufala ben architettata”

Insomma, una vicenda certamente articolata (e ben approfondita nella serie) che divenne una sorta di prova maestra per il libro che Hopkins stava scrivendo al tempo per dimostrare l’esistenza degli alieni; ma anche decisamente contraria al racconto che ne fa Rainey che – appunto – per prima mise in dubbio la veridicità delle parole di Linda Napolitano ricollegando l’accaduto ad una presunta manipolazione da parte dell’ufologo alla disperata ricerca di un racconto che potesse sembrare vero e confermativo delle sue ipotesi (prime tra tutte i chip nel naso e l’asportazione degli ovuli); arrivando a definirla “una bufala ben architettata“.

Prima della presentazione ufficiale della serie Netflix, Linda Napolitano – contrariata dalla versione di Reiney – ha sporto denuncia nei confronti della piattaforma definendo la donna “una ex moglie amareggiata e alcolizzata” che puntava solamente a vendicarsi: querela finita sui banchi della Corte Suprema newyorchese che – infine – l’ha respinta senza riconoscere l’indennizzo chiesto dalla protagonista della vicenda e permettendone la messa in onda.