Perché meravigliarsi? Attacco al Louvre! Naturale, persino ovvio per l’estremismo islamico. L’anno scorso, il 6 settembre, era stata scoperta un’auto riempita da bombole di gas vicino alla cattedrale di Notre Dame. Forse era un avvertimento, o più probabile i terroristi se l’erano filata perché temevano di essere stati individuati. La bellezza è insopportabile a chi ama la morte propria e altrui, e cerca di sporcarla di sangue. Se non si riesce a far crollare le cupole e mettere al rogo quadri e statue (vedi Palmira), si può cercare di ammazzare la gente lì vicino e dentro quei luoghi. Oppure trasformarli da oggetto di desiderio a memorie paurose.



Intanto occorre constatare che l’aggressione è stata piuttosto scalcagnata. Un egiziano incensurato, arrivato da Dubai, dotato di un cellulare dove è deposta tutta la memoria dei suoi viaggi e rapporti: qualcosa di troppo dilettantesco per essere stato programmato da qualche caporione dell’Isis. Abdullah ha estratto il machete e si è avventato sui militari, detti “sentinelle” dei luoghi sensibili, urlando “Allah akbar”, venendo abbattuto da cinque proiettili all’addome. E’ gravissimo, se sopravviverà dirà le solite cose, e che ha agito in questo modo per ragioni religiose, e dall’Isis, in territorio siriano, qualcuno lo benedirà, e inviterà altri a gesti simili. 



Constatiamo. La vigilanza ha funzionato. Forse sparare poteva essere evitato. Con una preparazione migliore dei soldati, l’uomo sarebbe stato bloccato. Ma noi ragioniamo comodi davanti al computer. Dunque criticare non è il caso. Nessuno però ha osato dire si trattasse di un mitomane. Tutte le autorità del mondo, divise su tutto, sono d’accordo trattarsi di terrorismo islamico. Lo giudica così il presidente francese Hollande e quello americano Trump, che si prende l’odiosa soddisfazione di prendere in giro la Francia, con un tweet che dopo aver descritto il nuovo episodio di “terrorismo islamico radicale”, invece di abbracciare i francesi tira una morale beffarda: “get smart, fatti furba America”. 



Se andiamo avanti così, con questa discordia profonda nell’animo dei leader delle nazioni occidentali, non finirà bene. Questo attacco, miserabile e fallito, rischia di trasformarsi in un successo non solo propagandistico, ma persino politicamente efficace.

Certo che se l’Occidente, con tutto il suo Pil e le sue truppe e gli apparati informatici, riesce a farsi sorprendere nelle sue debolezze di relazioni tra Stati, da un disgraziato untorello dotato di un falcetto, vuol dire che siamo messi male, molto male.