Francesco De Gregori, una decina di anni fa, aveva scritto una canzone che si intitolava proprio L’infinito. Non era la poesia del celeberrimo Giacomo Leopardi, ne prendeva in prestito solo il titolo, per una accorata dedica in punto di morte. Adesso invece che stanno per chiudersi le celebrazioni della poesia composta nel 1819, duecento anni fa esatti, probabilmente il poema più noto e anche più bello dell’intera storia della poesia italiana, ecco un divertente giochetto pensato dalla Rai insieme al Mibact per una ultima celebrazione. Ventidue protagonisti della canzone italiana recitano ognuno un breve verso de L’infinito, in un video che è trasmesso su tutti i canali Rai dalle 20 di ieri sera fino al 31 dicembre. Il bello del video che non si vedono i volti dei cantanti e non vengono neanche annunciati chi siano. Una volta tanto ci si trae indietro e non ci si fa autoproduzione lasciando tutto lo spazio agli immortali versi.
L’INFINITO DI LEOPARDI COMPIE 200 ANNI: L’OMAGGIO RAI
Naturalmente è vero anche il contrario: già tutti si stanno sfidando a riconoscere le voci e così lo intende la direttrice di Rai Cultura Silvia Cantarelli: “Tutti coloro che vorranno indovinare le voci potranno ascoltare e riascoltare il video una sfida importantissima e soprattutto adrenalinica, mai nessuno aveva osato tanto”. Adrenalinica? Leopardi non è un video gioco, ma comunque tanté. Noi a un primo ascolto abbiamo riconosciuto Ligabue, Emma Marrone, Mina (che recita il verso di chiusura, “E il naufragar m’è dolce in questo mare”), Patty Pravo, Ornella Vanoni, Celentano, Gino Paoli, Paolo Conte, Gianna Nannini e Jovanotti. E voi? Il primo ad ascoltarle è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo scorso settembre, per il duecentenario dell’Infinito, è intervenuto all’inaugurazione dei lavori di restauro del Centro Nazionale Studi Leopardiani e dell’Orto sul Colle dell’Infinito. Per il ministro della cultura Franceschini invece usare le voci dei cantanti è sottolineare il fatto che essi siano i poeti di oggi. Insomma, magari qualcuno, non proprio tutti: “Questo è un dono senza volto e senza nome, una straordinaria dichiarazione d’amore collettiva da parte di grandissimi artisti della musica nei confronti di una poesia che ci portiamo dentro per tutta la vita, quella più gelosamente custodita dagli anni della scuola. Del resto la canzone d’autore è erede della grande poesia, e noi nel 2017 con la legge 175 ne abbiamo riconosciuto il valore”.