Roberto Mancini, il poliziotto eroe della terra dei fuochi, contrasse un linfoma non-Hodgkin nell’ambito della sua indagine portata avanti tra le province di Napoli e Caserta, zona tristemente nota per via dei roghi che si sviluppano all’interno delle discariche abusive e che contribuiscono all’incremento di leucemie e di altri tumori specifici come quelli del tessuto linfatico. Il linfoma non-Hodgkin è appunto una neoplasia maligna che si localizza nei linfonodi, organi periferici (si trovano nel collo, alle radici degli arti, negli spazi retroperitoneali dell’addome…) con il compito di mettere in atto le risposte immunitarie del nostro organismo.
Linfoma non-Hodgkin: i sintomi, come si cura e come si previene
Il linfoma non-Hodgkin si presenta con un ingrossamento sospetto dei linfonodi nelle loro varie sedi (collo, inguine ecc.), anche se non sempre tale ingrossamento è riconducibile a una formazione tumorale. Più spesso, infatti, si tratta solo di un’infezione comune che viene contrastata dal sistema immunitario e nel frattempo produce questa sintomatologia anomala. Presentandosi a livello addominale, il linfoma può causare gonfiore e ingrossamento degli organi coinvolti, come milza e stomaco, con conseguenti problemi come nausea e senso di pesantezza costante. Ma la malattia può riguardare anche il torace, e in quel caso si avranno tosse, dolore al petto e difficoltà a respirare. Allo stesso modo, in caso di linfoma non-Hodgkin diffuso nel sistema nervoso, il paziente lamenterà mal di testa, debolezza di alcune parti del corpo e difficoltà di parola. Meno spesso, tra i sintomi rientrano anche febbre, sudorazioni notturne, perdita di peso, prurito, stanchezza e mancanza di appetito. Per la cura si utilizzano chemio e radioterapie, mentre è poco diffusa la chirurgia. È possibile prevenire l’insorgenza dei linfomi evitando di esporsi a sostanze chimiche e radiazioni, oltre che a fattori di rischio generici (comuni cioè ad altri tipi di cancro) come obesità e sovrappeso.