Dopo Facebook e Twitter anche LinkedIn, il social per il lavoro, chiude i battenti in Cina. Ad annunciarlo è stato il New York Times, che nell’edizione online odierna ha spiegato come il colosso social americano abbia deciso di lasciare Pechino e dintorni a fine anno dopo aver avuto a che fare con ambienti difficili. La piattaforma è destinata ad andare offline in Cina, ma ben presto potrà essere sostituita da un nuovo social dedicato al lavoro e interamente pensato per il mercato cinese che in chiave web è sempre più selettivo.



Secondo quanto emerso da Seattle Microsoft, che gestisce il servizio della piattaforma “cerca lavoro”, avrebbe deciso di dare lo stop a LinkedIn a fine 2021 citando “un ambiente operativo più impegnativo e maggiori requisiti di conformità”. Ecco allora che verra messa a punto una nuova piattaforma interamente dedicata alla Cina, dove non sarà possibile fare attività di social networking come commentare o condividere post, aspetti cardine del successo che LinkedIn ha avuto negli altri paesi del mondo.



LinkedIn chiude i battenti in Cina: i rimproveri

Non si tratta del primo caso di social che deve levare le tende dalla Cina per “un ambiente difficile”. Infatti negli anni passati anche colossi come Facebook e Twitter hanno fatto passi indietro dopo le minacce di Pechino. A far decidere LinkedIn a sventolare bandiera bianca ci hanno pensato i continui rimproveri che la società fondata da Hoffman, Guericke, Vaillant, Blue e Ly hanno ricevuto negli ultimi mesi dal governo cinese. LinkedIn infatti è stata costretta a censurare i post pubblicati dai suoi milioni di utenti cinesi in conformità con le leggi, cosa che altre società americane erano spesso riluttanti o incapaci di fare.



A marzo l’autorità di regolamentazione cinese di Internet ha rimproverato la piattaforma per non aver controllato i contenuti politici. I funzionari hanno poi richiesto a LinkedIn di eseguire un’autovalutazione e di offrire un rapporto alla Cyberspace Administration of China, l’autorità di regolamentazione di Internet del paese e il servizio è stato sospeso per 30 giorni, con le nuove registrazioni di utenti all’interno della Cina bloccate.