Il caso di Hasib Omerovic ha scosso l’opinione pubblica. Il sordomuto è precipitato dalla finestra della camera di casa sua durante un controllo della Polizia e sulla vicenda verrà fatta chiarezza nei prossimi giorni. Un episodio che ha toccato molto Lino Aldrovandi, padre di Federico, ucciso durante un controllo stradale nel settembre 2005 a Ferrara.
“Bisogna fare subito chiarezza, con l’accertamento delle responsabilità, la polizia non ricada nei soliti depistaggi corporativi”, le parole di Aldrovandi ai microfoni della Stampa: “Quando ho letto la notizia mi sono sentito male, davvero. Non ho nemmeno voluto guardare le immagini, è come un tumore che ho nella testa e ricomincia a provocarmi dolore”.
LINO ALDROVANDI SUL CASO HASIB OMEROVIC
Fortunatamente Hasib è vivo, ha spiegato Lino Aldrovandi, ma chi utilizza la violenza senza una ragione ha sbagliato mestiere e disonora la divisa. L’uomo ha lasciato il suo posto di agente di polizia: “La vicenda di Federico mi ha segnato profondamente, sento ancora il dolore per le omissioni, i depistaggi, le indagini che non si muovevano”. La speranza è che per Hasib le cose vadano diversamente. Tornando al caso del figlio Federico, Lino Aldrovandi ha ammesso di aver sbattuto contro un muro corporativo di omertà: “Nel caso di Federico ci fu, senza dubbio. Un reiterato tentativo di ostacolare la giustizia: pensi che alla fine i responsabili della sua morte hanno fatto solo 6 mesi di carcere, con l’accusa ridicola di eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi. Comunque, c’è sempre un cortocircuito, la polizia che indaga su se stessa: così arrivare alla verità non è semplice”.