Lino Banfi dal commissario Lo Gatto a Nonno Libero: la sua consacrazione nella commedia e fiction
Sono trascorsi pochi giorni dall’ultimo compleanno di Lino Banfi, che ha spento 83 candeline ed ha organizzato un party in grande stile a Favignana, nelle Egadi. La festa è stata parte dell’interessante programma del festival della Commedia e solo successiva all’omaggio scelto dagli organizzatori per la prima serata della kermesse. In quell’occasione si è scelto infatti di proiettare il film Il commissario Lo Gatto di Dino Risi, realizzato nell’86 proprio in Sicilia e che ha contribuito a consolidare la popolarità dell’attore barese. Come ha ricordato l’artista, durante i giorni delle riprese ha avuto la possibilità di conoscere da vicino l’isola e di festeggiare il suo 50esimo compleanno. “Uno dei personaggi a cui sono più legato in assoluto”, dice al Giornale di Sicilia parlando del suo Commissario, icona della commedia all’italiana fin dal suo debutto nel mondo del cinema nostrano. Lino Banfi sarà inoltre uno degli ospiti che vedremo a Ieri e oggi su Rai 3 questa sera, domenica 21 luglio 2019, in occasione dell’ultima puntata del programma. In studio, l’attore ripercorrerà i momenti salienti della sua lunga e fortunata carriera, dalle piccole parti che gli hanno permesso di approdare al cinema, all’ombra del duo siciliano e intramontabile composto da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, prima di approdare in televisione. Una gavetta faticosa che gli ha permesso di raccogliere frutti importanti e non solo grazie ai film che lo hanno visto protagonista o personaggio principale, ma anche per il ruolo di Nonno Libero che lo ha consacrato anche nel mondo della fiction.
Lino Banfi: “Nel ’65 da ottocentomila lire prestate dovetti pagare tre milioni di interessi in pochi anni”
Lino Banfi potrebbe presto sbarcare nel cinema internazionale, grazie alla scelta di Quentin Tarantino di rendere omaggio al suo cinema degli anni Settanta e per un possibile futuro progetto insieme. “Me lo promise quando ci incontrammo alla Mostra del cinema di Venezia”, ha rivelato a L’Adige l’attore barese di recente. Un programma che però rimane ancora un punto interrogativo, dato che non ci sarebbero stati dei nuovi accordi fra Tarantino e Banfi. “Nel ’65 da ottocentomila lire prestate dovetti pagare tre milioni di interessi in pochi anni”, ha confessato poi parlando dei primi anni come attore, appena trasferito a Roma ed in difficoltà economica. Tanto da aver chiesto dei soldi a degli strozzini conosciuti grazie ad un’infermiera. Una raccomandazione che gli ha permesso di sopravvivere nella Capitale in un momento particolare della sua vita e che si allontana di molto da quella ottenuta invece per un incontro con Totò. “I cognomi abbreviati portano male”, ha detto il Principe De Curtis al giovane Pasquale Zagaria, che all’epoca aveva persino ridotto il cognome in Zaga. Ed è proprio in base a questo consiglio, che Lino Banfi sceglierà il suo nome d’arte, un alias ottenuto grazie al nome di un alunno di un impresario e insegnante a cui chiederà aiuto. E ora il futuro sembra sorridere ancora all’attore barese: fra i suoi prossimi progetti una miniserie con un colosso della musica nostrana, Al Bano Carrisi. Per quell’occasione, Banfi dovrebbe rivestire ancora una volta i panni di frate cappuccino, come già accaduto in alcuni dei suoi film, mentre il cantautore dovrebbe interpretare un ex delinquente.