Lino Banfi ha da pochi giorni compiuto i suoi primi 84 anni ma i festeggiamenti si sono prolungati per alcuni giorni, come spiegato dallo stesso attore pugliese in una intervista a Libero Quotidiano. Il motivo è presto detto: nato il 9 luglio, fu però registrato all’anagrafe due giorni dopo. “Ma questo mi consente di festeggiare il compleanno per tre giorni consecutivi, come i principi”, ha dichiarato. In occasione del suo compleanno non sono mancati i festeggiamenti in tv. In quella giornata partecipò a tre-quattro trasmissioni tra cui La Vita in diretta. Il direttore di Rai1, Coletta, addirittura decretò il “Banfi Day”. “L’ho fatto per ricordare a me stesso che sto bene ma anche per ricordarmi di quanto bene mi voglia la gente”, ha dichiarato l’attore motivando la sua partecipazione a tali programmi. Da tempo Banfi non fa che ribadire l’importanza dei nonni e in questo momento storico sembra che l’Italia lo abbia finalmente appreso, soprattutto con l’emergenza del Coronavirus: “Ne ho parlato pure con Papa Francesco. Lui mi ha detto: “Ho saputo che la chiamano il nonno d’ Italia”. E io gli ho risposto: “E lei allora è l’abuelo del mundo”, “il nonno di tutto il mondo””, ha commentato.
LINO BANFI, GLI ESORDI E LE ACCUSE DI SESSISMO
Grande amante della buona cucina, Lino Banfi non si allontana ancora dal set. Quali sono i suoi prossimi progetti? Lo ha raccontato nella sua intervista a Libero rivelando: “Sto per girare un film italo-americano con Ronn Moss, il Ridge di Beautiful. È una storia ambientata un po’ in California un po’ in Puglia, terra di cui si è innamorato”. Sono ormai trascorsi 60 anni dal suo esordio cinematografico con Urlatori alla sbarra. All’epoca Banfi aveva circa 20 anni e faceva il militare ad Arma di Taggia, in Liguria: “Ma morivo dalla voglia di entrare nel cinema. Seppi di un film girato a Sanremo in cui recitavano Mina e Celentano e allora mi precipitai lì a fare la comparsa. Per percorrere ogni giorno quella tratta e affittare lo smoking, spendevo più di quanto guadagnassi. Ma ero felice: furono i miei primi passi da attore”. A consacrare il suo successo fu però la commedia anni ’70-’80 anche se lo scorso anno l’Economist definì quei film “sessisti”. Oggi risecherebbero la censura? “Ma che sessisti. Oggi anche i censori ci riderebbero su, al massimo c’ erano scene di una donna che si faceva una doccia e io che, guardando dal buco della serratura, dicevo “sono arrapeto, sono ingrifeto””, commenta Banfi.