L’identità corrispondente a Lino Banfi è quella di “mago dei numeri”. Strano ma vero: oltre a essere un attore affermato, infatti, Banfi è anche un discreto matematico. “Matematico” è forse una definizione ardita, così come è azzardato dire che è un “mago”; più propriamente, infatti, Lino è solo un discreto illusionista. “La matematica è fatta di tecniche”, spiega il pugliese; lui, beninteso, si avvale solo di queste. “Le ho imparate all’inizio della mia carriera, quando frequentavo l’ambiente dell’avanspettacolo. In quegli anni, ebbi modo di conoscere un illusionista con un nome francese”. Anche questo illusionista giocava con le cifre; questa sera, Banfi prova a replicarlo. Il siparietto con Amadeus e Riccardo Rossi non manca di stupire. Non si sa come, anche da bendato, Banfi riesce a indovinare tutte le cifre che il conduttore ha in mente, dando effettivamente l’impressione di essere in grado di leggergli nel pensiero. (agg. di Rossella Pastore)
Lino Banfi sulla salute della moglie Lucia
Lino Banfi non ha mai spento il motore della sua macchina creativa. Anche se il Coronavirus ha messo in ginocchio il mondo intero, a partire dagli imprenditori, il noto attore si è mantenuto comunque attivo. “Ho scritto alcune cosette nel mio stile su questa tragedia“, confessa alla Gazzetta del Mezzogiorno, “e anche poesie, parlando di silenzio cupo e inedito, unico rumore di notte è l’acqua delle fontane, lacrime della Caput Mundi che sta piangendo“. Nei suoi 84 anni, specifica, di cose ne ha viste davvero tante. Durante l’infanzia a Canosa ha conosciuto le ristrettezze economiche e in gioventù ha fatto i salti mortali per riuscire a vivere grazie al mestiere dell’attore. “La difficoltà sviluppa l’ingegno”, aggiunge, “Qua a casa a Roma ho Lucia, mia moglie da 58 anni dopo i dieci di fidanzamento, con problemi seri di salute. Della spesa si occupa la nostra tata dello Sri Lanka; suo marito, che attualmente ha sospeso il lavoro in albergo, ci dà una mano. Vivono con noi e il figlio, cinque anni, ha girato con me un video sull’uso delle mascherine, che conclude con un perfetto ‘porca pu*téna’ .Ne avessimo di maestri così”. Per non dimenticare che in casa Banfi scorazza anche una Yorkshire di ben 14 anni, Bettina. “In famiglia tutti abbiamo sempre tenuto cani. Solo a Canosa con i miei avevamo il gatto”, ha rivelato. Il nome del felino? “Com’a te”, rivela. Un’idea del padre che in questo modo poteva prendere in giro di volta in volta l’ospite di turno che faceva quella domanda.
Lino Banfi, il racconto dalla gioventù
Lino Banfi è un fiume in piena: quando si tratta di tirare fuori dal cilindro dei ricordi qualche aneddoto, l’attore non elemosina parole. “Era l’11 luglio del ’54”, ha detto di recente a La Gazzetta del Mezzogiorno, “lavoravo come cassiere a Torre Annunziata. Sono sbarcato da Sud a Nord, da Milano al Centro facendo di tutto, ma sempre con la Puglia nella chépa. Anche durante la quarantena mi sono interfacciato con la madre patria“. L’attore infatti ha chiamato il sindaco barese Antonio Decaro, per informarsi sullo stato dell’emergenza e per prestare il fianco alla battaglia dei suoi compaesani. “Ogni scusa è buona per tornare a casa”, dice, “Bari, Canosa, Andria. E sai qual è la mia necessità primaria? Nessuno lo sa: odorare la verdura locale. Sedano, finocchio, rucola, cipolla di Acquaviva delle Fonti. Per il resto, nella mia terra trovo ormai i nipoti di quelli che furono miei amici: si commuovono, mi abbracciano, finché ci si poteva abbracciare, perché si sentono rappresentati”.
Oggi, domenica 24 maggio 2020, Lino Banfi sarà uno degli ospiti che vedremo nel pre-serale di Rai 1 grazie alla puntata I Soliti Ignoti special vip. Anche se vive a Roma ormai da tempo, l’artista pugliese è sicuro di aver trasferito la sua regione anche nella Capitale. “Con i miei figli Walter e Rosanna abbiamo aperto la Orecchietteria Banfi, affollata di richiami ai miei film più gettonati, inno ai prodotti nostri certificati. Proponiamo piatti ispirati al frasario banfiano, fra cui il più richiesto è Orecchiette alla porca pu*téna“, confessa. I progetti però non si sono mai fermati: adesso Lino ha intenzione di trasformarsi in prodotto alimentare grazie al marchio Bontà Banfi e sfornare tante altre perle della sua tradizione. “Presto scenderò in Puglia per incontrare i produttori della cordata”, conclude, “Perciò dalla Gazzetta lancio questo appello: da Turi a Conversano e così via, raghézzi, mandatemi a valanga ciliegie ferrovia”.