Tanti gli ospiti della puntata di ieri del programma di Rai Uno, A Sua Immagine, fra cui Lino Banfi. Del resto, nel giorno della festa dei nonni, non potevano che invitare il “nonno d’Italia”, il mitico Pasqualino Zagaria: “Sono un nonno che ha avuto la fortuna di conoscere il nostro Papa a dicembre 2018 – ha esordito il mitico attore pugliese – quando non c’era alcuna pandemia, è stata una cosa bella e mi sono incontrato con lui, qualcuno gli aveva parlato di me e appena mi ha visto mi ha detto che ero una persona molto importante e mi ha messo la mano sulla schiena. Io gli ho risposto che dopo quel complimento non sarei più riuscito a parlare”.
Quindi ha proseguito: “Gli avevo fatto gli auguri perchè aveva compiuto 82 anni, gli ho detto che anche io ero del 1936 ma un po’ più vecchio essendo di luglio, quindi ho fatto 85 pochi giorni fa. Mi ha detto che aveva sentito che mi chiamano il nonno d’Italia e io gli ho risposto “se io sono il nonno d’Italia santità lei è il nonno del mondo’”. Un giorno che è rimasto ben impresso nella mente di Lino Banfi: “Mi ricordo di questo giorno indelebile per me, 19 dicembre 2018, trovai un sorriso vero e sincero, e glielo ridico ‘lei è l’abueno del mondo’”.
LINO BANFI: “SONO STATO PIU’ MARITO IO DELLA VUKOTIC CHE SUO MARITO VERO…”
Ma che nonno è Lino Banfi? “Quando ho fatto il medico di famiglia ho fatto il nonno per 360 puntate, una vita, sono stato più io il marito di Milena Vukotic che il marito stesso che ha sposato da meno anni. In quel periodo ho imparato a fare il nonno e quello che imparavo durante le ore di lavoro le mettevo in pratica a casa con i miei nipotini veri Virginia e Pietro, figli di Rosanna, ho messo insieme le due cose ed è venuto fuori un nonno che dicono loro stupendo, ma io direi un buon nonno”.
Di nuovo sul Papa: “Se rivedrò il Papa gli dirò il mio sogno che è quello di diventare il suo giullare: faccio sorridere il Papa e poi me ne torno a casa, non è una cosa difficile”. Fu un vescovo a consigliare a Lino Banfi di diventare un comico: “Si vero fu un vescovo a suggerirmi di diventare un comico, quando io ero in seminario ad Andria, poi lui è diventato santo. Mi disse che la mia vocazione non era il sacerdote ma di fare ridere, io facevo ridere tutti senza accorgermene. Capì che la vocazione era quella di fare il comico”.