Addio all’attore Lino Capolicchio, morto all’età di 78 anni. L’uomo si è spento questa notte a Roma. Sceneggiatore e regista oltre che attore, Capolicchio era nato a Merano e cresciuto a Torino, ma proprio nella Capitale aveva studiato teatro, frequentando l’Accademia nazione d’Arte drammatica ‘Silvio d’Amico’. Tra i tanti ruoli interpretati nella sua lunga carriera, quello che più lo ha reso celebre è stato quello di Giorgio ne “Il Giardino dei Finzi Contini”. Il film, tratto dall’omonimo libro di Giorgio Bassani, gli regalò la popolarità. A sceglierlo per interpretare il personaggio, nel 1970, fu proprio Vittorio De Sica.



Nel 1971 il film vinse l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e nel 1972 il premio Oscar al miglior film straniero. Lino Capolicchio, per la sua interpretazione magistrale, vinse il David di Donatello. A lui il riconoscimento per la migliore interpretazione maschile. Un premio prestigioso, una delle massime aspirazioni per un attore, che impreziosirono ancor di più la sua carriera.



Lino Capolicchio, la lunga carriera nel mondo del cinema e del teatro

Lino Capolicchio ha avuto una carriera lunga e ricca di successi. Suoi, infatti, i ruoli di tanti altri film famosi, come “Metti, una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi o “Il giovane normale” di Dino Risi. Nel corso degli anni ha lavorato con grandi registi come Pupi Avati: con lui ha interpretato il ruolo del protagonista ne “La casa delle finestre che ridono” nel 1976. Sempre con Pupi Avati ha interpretato nel 2010 “Una sconfinata giovinezza”. Nel 2019, l’attore ha pubblicato la sua autobiografia, D’amore non si muore.



Come regista, il suo esordio in teatro è arrivato nel Festival barocco di Foligno nel 1987 con “Segni barocchi – Cronaca del ‘600 da Gesualdo da Venosa a Masaniello attraverso l’iconografia di Velasquez e Caravaggio”. Per quanto riguarda la regia cinematografica, l’esordio è arrivato con un film a episodi sul mondo della boxe del 1995, “Pugili”. La pellicola fu premiata al Festival di Torino nel 1997 come miglior film dalla stampa internazionale. Nel 2002 Capolicchio diresse come regista “Il diario di Matilde Manzoni”. Non mancano poi le esperienze da sceneggiatore, doppiatore e persino docente.