Un’intervista a 360 gradi quella concessa da Lino Capolicchio a “Il Fatto Quotidiano” in cui l’attore de “Il Giardino dei Finzi Contini” si racconta senza limiti. O forse si potrebbe dire “senza veli”, per riferirsi alla protesta che la madre gli fece in tempi non sospetti:”Nel 1969, ho interpretato Ric in “Metti una sera a cena”: personaggio complesso, uno che a pagamento andava con uomini e donne, e in una delle scene c’ è un bacio a tre. Ovvio scattarono le polemiche. Anche mia madre inorridita: “Ma giri questi film? E poi sei sempre nudo!” Mamma, è il personaggio. “È terribile””. Fu proprio in seguito a quelle riprese che nacque un rapporto forte con Patroni Griffi:”Si era innamorato di me: con gli omosessuali mi è accaduto spesso; (sorride, ndr) ho ricevuto tante lettere d’amore, da Mauro Bolognini in particolare. Ero imbarazzato”. Un fascino, quello di Lino Capolicchio, esercitato anche sul gentil sesso:”Ho vissuto anni di delirio collettivo, soprattutto dopo il ruolo da protagonista ne Il giardino dei Finzi Contini: ogni giorno mi aspettavano circa 200 ragazze. (…) Situazione problematica, si infilavano ovunque, e ne dovevo rispondere pure con gli altri; una sera il direttore di un albergo mi chiama: “C’è una ragazza che ci sta stressando, non ne possiamo più”. Forse non è chiara la portata: dopo Il giardino ne ho ricevute più di cinquemila e da tutto il mondo, dalla Cina alla Svezia, dall’Argentina al Giappone”.



LINO CAPOLICCHIO: “CI PROVAI CON LA DONNA DI AL BANO”

Ma di che ci sorprendiamo se perfino la maestra aveva per lui una particolare predilezione:”In realtà ho sempre stimolato una sorta d’ipnosi: a sei anni, la maestra di scuola è andata da mia madre con una richiesta bizzarra: “Voglio adottare suo figlio: è speciale, strano, curioso. Mamma? “Non se ne parla proprio”. Mentre papà mi odiava, uomo terrificante, mi voleva strozzare, picchiare, sbarazzarsi di me: ad appena sette anni mi ha spedito in collegio”. Tra gli aneddoti più curiosi ce n’è uno che riguarda anche un insospettabile:”Un’altra volta siamo in pizzeria (con Volonté, ndr), la cameriera molto carina. Noi ci proviamo. Lei esasperata pone la giusta distanza: “Sono fidanzata”. “Non importa, mica vede niente”. “In realtà è qui, è il pizzaiolo”. A quel punto ce lo presenta e conosciamo un traccagnotto meridionale, cordiale. “Salve”. “Piacere”. E la ragazza: “Ha una voce pazzesca”. Noi divertiti: “Ci canti qualcosa?”. “Qui no, solo pizze”. Il traccagnotto era Al Bano”. Nella vita di Lino Capolicchio ci sono però anche delle delusioni professionali che faticano ad essere smaltite:”Fellini è il dolore più grande. Doveva girare Satyricon, quindi mi convoca: “Capolicchio, se la prendo deve andare in palestra”. “Nessun problema”. “Ci sono molte scene di nudo”. “Maestro, va bene”. E aggiunge: “La questione è la seguente: il produttore vuole lei e Pierre Clementi, mentre io preferirei due volti non noti. Per questo noi abbiamo risolto con una scommessa: chi vince decide i protagonisti”. Vinse Fellini:”Con una grande “però”: Martin Potter, l’ attore preso al mio posto, era identico a me. Identico”.

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