Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara è intervenuto sulle pagine del Giornale nuovamente, forse per l’ultima volta, sul tema della scuola di Pioltello, dove era stata prevista dalla dirigenza la chiusura dell’istituto in occasione del Ramadan. Da subito il ministro ha avviato un approfondimento, affidato all’Ufficio scolastico regionale lombardo, che si è concluso ieri con l’individuazione di alcune ‘illegittimità’ che hanno portato alla deroga della chiusura.



Una scelta, spiega Valditara, basata sul “rispetto delle regole che pone l’ordinamento“. Le illegittimità riscontrate, infatti, riguardavano il fatto che “la Regione consente tre giorni di deroga al calendario scolastico”, mentre nella scuola di Pioltello con la chiusura per il Ramadan “la sospensione delle lezioni è stata concessa per 4 giorni, cioè un giorno in più rispetto al consentito”. Valditara, comunque, ci tiene a precisare che “non si tratta di discriminare questa o quella religione” e neppure di “violazione dell’autonomia scolastica”, ma il solo ed esclusivo “rispetto delle regole” fondamentali per “qualsiasi società democratica”. E sottolinea anche, nuovamente, che “chi insulta è incivile“, specialmente quando si tratta di minacce di morte.



Valditara: “La scuola non chiuda per il Ramadan, ma dedichi la giornata al dialogo tra studenti”

Secondo il ministro Giuseppe Valditara, in generale, la chiusura per il Ramadan ha poco a che fare con “l’integrazione“, oltre a creare disagi “a parecchi genitori che dovrebbero pagare baby sitter o restare a casa dal lavoro”. Differentemente, più che chiudere, il 10 aprile, suggerisce il ministro, la scuola potrebbe dedicare la giornata “all’approfondimento dei temi oggetto di questo dibattito e al confronto tra religioni per sviluppare un dialogo costruttivo“.



Chiudendo, poi, sulla questione emersa in questi giorni di riflettori puntata sulla scuola di Pioltello, chiusa per il Ramadan, Valditara ritiene inaccettabile che l’istituto abbia il 43% di studenti musulmani, con classi ampiamente superiori al limite del 30% di stranieri. “Dobbiamo intervenire”, suggerisce il ministro, “per una formazione più equilibrata delle classi e per potenziare la didattica in italiano e matematica per gli studenti stranieri”, perché “altrimenti non si offrono adeguati strumenti formativi per una vera integrazione”. Questo, più che chiudere in occasione del Ramadan, dev’essere l’obiettivo della scuola secondo Valditara, ovvero “far sì che in ogni scuola si possa garantire una formazione di qualità a tutti i giovani“.