Il professore di filosofia morale e bioeticista Adriano Pessina, intervistato dal quotidiano Il Giornale in occasione della presentazione del suo ultimo libro “L’essere altrove. L’esperienza umana nell’epoca dell’intelligenza artificiale“, ha fatto alcune riflessioni sul rapporto tra l’uomo e le nuove tecnologie, e su come queste stanno cambiando il modo di percepire la realtà e la personalità stessa degli individui. Iniziando subito precisando che “Oggi ci sono più libri sull’intelligenza artificiale che persone disposte a leggerli“, questo dimostra il fatto che “per la prima volta nella storia dellumanità si sta assottigliando la differenza tra presenza e assenza“.
Le tecnologie stanno cambiando anche il modo di fare informazione, e per questo è sempre più difficile riuscire a distinguere il vero dal falso, “Più che nell’epoca delle congiure, siamo nell’epoca delle congetture“. Il machine learning funziona in modo da apprendere in automatico per poi dialogare con le persone, ma come afferma il filosofo Pessina “In nome dell’autonomia questo sistema crea dipendenza, aumentando il desiderio e il bisogno di questi software“.
Adriano Pessina “La Chatbot è progettata per essere gentile, L’AI appagherà solo il narcisismo”
Il filosofo Adriano Pessina, sull’intelligenza artificiale afferma che questa nuova tecnologia, facendo credere di essere indispensabile per l’essere umano, in realtà porta molta più solitudine. Per essere precisi “ad una nuova forma di solitudine“, cioè a creare dei dialoghi con i “surrogati relazionali“, resterà però la nostalgia dell’originale, dell’incontro fisico. Specialmente per quanto riguarda la cura, degli anziani, dei bambini, c’è il rischio di perdere quel senso di umanità che c’è nel “prendersi cura“.
E proprio lo stesso senso di umanità che rischia di scomparire in nome di un progresso tecnologico. “Guadagnamo in efficienza e perdiamo di umanità“, e quindi il professore si chiede “La Chatbot è una finzione antropologica, è un bene questo?“. E conclude, “Stiamo creando un mondo addomesticato, le macchine sono progettate per essere gentili, e questo rischia di essere un mondo dove viene appagato solo il narcisismo“.