Oggi al Meeting di Rimini sarà la volta di Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Governo Meloni. Salvini si propone di colmare non solo il divario Nord-Sud, ma anche quello infrastrutturale dell’intero Paese, dovuto alla troppo lunga stagione dei “no” che hanno segnato gli ultimi anni: “Le ultime grandi opere pubbliche sono state realizzate grazie alla legge obiettivo voluta dal governo Berlusconi” (nel 2001, ndr), spiega Salvini illustrando al Sussidiario il cambio di passo necessario intrapreso dal Governo.



Il 25 luglio scorso Salvini ha presentato le principali opere pubbliche da qui al 2032. Un’ora di numeri, infografiche e dati. Ma proprio una settimana fa il Mit è stato accusato di rimodulare progetti per 2 miliardi e mezzo, dirottando al Nord fondi destinati al Sud. Salvini smentisce: si tratta solo di finalizzare gli stanziamenti al momento giusto, “tutte le opere verranno realizzate, da Sud a Nord. Intendiamo rispondere alle fake news con i numeri”.



Ministro Salvini, l’“Italia dei sì” è un progetto fatto di opere e cantieri, ma anche di assunzione di responsabilità politiche. Che resistenze sta incontrando?

Le ultime grandi opere pubbliche sono state realizzate grazie alla legge obiettivo voluta dal governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. In Italia abbiamo un problema di eccesso burocratico, di sfiducia e purtroppo una forte componente ideologica che si contrappone a qualsiasi novità ingegneristica e infrastrutturale.

A chi pensa?

Potrei citarle il no del Pci all’Autostrada del sole, come i più recenti no al Mose di Venezia – che ora invece si sta confermando una scelta azzeccata –, per non parlare di Tap, Tav, Ponte sullo Stretto. A me piace incarnare l’Italia che vuole correre, sognare, costruire. Con buonsenso e rispetto del territorio, e risultati concreti.



Vale a dire?

Il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia, per esempio, sarà una straordinaria opera green perché consentirà l’abbattimento di inquinamento a partire da quello del mare. Abbiamo già approvato il nuovo codice degli appalti, che semplifica e velocizza le procedure per i nuovi cantieri. E i primi dati sono molto incoraggianti.

È vero che ha tagliato 2,5 mld di infrastrutture al Sud per finanziare opere al Nord?

Falso. Tutte le opere verranno realizzate, da Sud a Nord. In questi mesi abbiamo fatto un approfondimento sull’andamento dei vari cantieri e abbiamo semplicemente rimodulato le dotazioni finanziarie. La spiego in modo concreto: abbiamo dato fondi per i cantieri che ne necessitavano già nel 2023, trasferendoli da quelle opere che invece partiranno solo dal 2024 e che otterranno tutti gli stanziamenti necessari al momento giusto. Ricordo che ho l’onore di guidare il Mit da circa nove mesi, il centrosinistra che polemizza è stato al ministero quasi ininterrottamente nell’ultimo decennio. Mi stupisce che ora vogliano dare lezioni su opere che evidentemente non sono stati in grado di realizzare.

Per quanto riguarda le sue deleghe, trova nel Pnrr e nei fondi relativi, tutti da restituire, più aiuti o più ostacoli?

Abbiamo il dovere di spendere tutto e bene, proprio perché non sono soldi regalati. Come Mit riteniamo siano una grande occasione, non solo: abbiamo confermato la disponibilità a spendere anche di più.

In quali opere o ambiti?

Vorrei rafforzare gli interventi di riqualificazione delle periferie e lanciare un rilevante piano casa per rispondere all’emergenza abitativa.

Nuovo tunnel del Brennero significa galleria più lunga del mondo entro il 2032, società privata e partecipazione pubblica. Davvero non ha spostato investimenti verso Nord anche a vantaggio di questa struttura?

Come le ho detto, nessuno spostamento di fondi da una parte all’altra del Paese: con questa logica, significa che dovremmo rinunciare ad alcuni investimenti e non è nostra intenzione. Peraltro ricordo che abbiamo rilanciato il progetto di Ponte sullo Stretto che porterà almeno 100mila posti di lavoro tra Calabria e Sicilia, e tra investimenti già concretizzati o in previsione, ci ha convinti a prevedere maxi interventi nelle due regioni da 75 miliardi complessivi tra strade e ferrovie. In Italia abbiamo già attivato 4mila cantieri per migliorare la circolazione di auto e treni. Solo in infrastrutture ferroviarie ci sono 125 miliardi di euro. I numeri sono più forti di qualsiasi fake news.

Il nuovo codice della strada che lei ha voluto è ora in parlamento. Discorso chiuso?

No, al contrario. È un risultato di questi primi mesi di Governo e adesso il parlamento potrà arricchirlo. Siamo determinati a salvare vite e ce la metteremo tutta.

Torniamo al ponte sullo Stretto. I tempi e il tema ambientale?

Contiamo che la prima pietra del ponte sullo Stretto possa essere posata tra un anno e siamo convinti che il progetto, che aveva già superato tutti i passaggi tecnici e burocratici, debba solo essere aggiornato. Sarà un’opera green che consentirà di ripulire un tratto di mare dove oggi c’è un traffico pazzesco con relativo inquinamento e disagio dei cittadini.

L’Italia è circondata di centrali nucleari in tutta Europa. Quali sono i suoi obiettivi realistici, realizzabili durante il suo mandato?

Sì al nucleare senza se e senza ma. Ne ho parlato con i colleghi di Governo, ritengo indispensabile che l’Italia ragioni seriamente sul nucleare sicuro e pulito di ultima generazione. Non farlo significherebbe condannare i nostri figli e nipoti a vivere in un Paese costantemente in emergenza.

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