Una leggenda della pallanuoto: Sandro Campagna non ha bisogno di presentazioni, ma certo la sua bacheca colma di trofei parla per lui. Da allenatore della nostra nazionale maschile di pallanuoto infatti Campagna ha trovato due ori mondiali, oltre che due medaglie olimpiche (argento Londra 2012 e bronzo Rio 2016), ma già come giocatore ha fatto suo un oro a cinque cerchi (Barcellona 1992) e due medaglie iridiate. Un palmares da far invidia a qualsiasi campione di ogni sport. Sandro Campagna però non si scompone, continua col suo lavoro quotidiano, con la filosofia di una disciplina la pallanuoto che ha dato tanto ai colori azzurri e va avanti. L’obiettivo ora è conquistare una medaglia a Tokyo, magari l’oro: il Settebello non vuole fermarsi proprio ora e per Sandro Campagna ogni impresa è possibile… Abbiamo sentito proprio Sandro Campagna, in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Sandro Campagna, a qualche mese di distanza quale bilancio traccia dei Mondiali? Positivo naturalmente ed esaltante per il risultato che abbiamo ottenuto. Frutto del lavoro di squadra che abbiamo fatto con la nostra nazionale nel quadrienno che porta alle Olimpiadi di Tokyo.
Olimpiadi che restano il vostro principale obiettivo… E’ normale, è così per ogni atleta, le Olimpiadi sono sempre l’appuntamento più importante, l’obiettivo a cui si punta di più. Io cerco sempre nel mio lavoro di privilegiare l’appuntamento olimpico prima di tutto!
Qual è stato il segreto del successo azzurro ai Mondiali? Proprio il lavoro di squadra che abbiamo fatto quotidianamente, abbiamo svolto fino in fondo in ogni giornata.
Intanto avete già iniziato bene la World League vincendo in Grecia: quali sono i prossimi obiettivi a cui puntate prima delle Olimpiadi? Sì, diciamo che vincere in Grecia è stato proprio bello. Grecia di cui ho guidato anche la Nazionale per cinque anni vincendo un bronzo ai Mondiali e resta sempre nel mio cuore. La World League è importante più che alto come preparazione. Il vero obiettivo sono gli Europei che si terranno dal 12 al 26 gennaio 2020 a Budapest.
Se il c.t. può sbilanciarsi, quali giocatori hanno dato qualcosa in più? Tutti quelli che hanno fatto parte della Nazionale. Tutti hanno saputo alzare il loro livello di gioco che ci ha consentito di arrivare a questo risultato.
Ci può raccontare qualche aneddoto dei Mondiali? Dopo la partita con la Germania non andai a cena con la squadra. Poi la portai ad allenare in un paesino sperduto, molto piccolo, a Moppo. Credo che questo sia servito alla fine…
Intende puntare sulla stessa rosa per le Olimpiadi di Tokyo? C’è una rosa di 18 giocatori su cui punterò per Tokyo, sono loro che ci consentiranno di andare bene alle Olimpiadi.
Avere già in tasca la qualificazione quanto è importante? Alla fine non è che sia così importante, visto che a Rio avevamo conquistato la medaglia. Il pass per le Olimpiadi l’avevamo preso però solo nel torneo preolimpico a sette secondi dalla partita decisiva.
Può fare un borsino dei nostri avversari? Ci sono molte squadre forti pronte per puntare in alto a Tokyo: la Serbia, la Croazia, l’Ungheria, la Spagna, il Montenegro, la Grecia, l’Australia
Shanghai 2011-Gwangju 2019: quali similitudini e quali differenze fra i due trionfi iridati? Nel 2011 venivamo da un grande Europeo e da una grande World League, ci aspettavamo di fare cose importanti. Questa volta non era così e siamo migliorati partita partita dopo partita, soprattutto negli incontri decisivi. E’ stata una cosa inaspettata anche per me ma alla fine meritata questo successo.
Da giocatore ha vinto anche un Mondiale e un’Olimpiade: quali sono i suoi ricordi più belli? Da allenatore è bello vincere, ma devo dire che da giocatore è tutto ancora più bello. Una cosa molto più emozionante, molto più coinvolgente.
Cosa ricorda di quel successo alle Olimpiadi? Ricordo in particolare la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 contro la Spagna che giocava in casa. Una grande squadra che riuscimmo a sconfiggere con merito. Tanto è vero che quattro anni dopo conquistarono l’oro olimpico…
Crede che sia l’anno giusto per la Pro Recco per vincere la Champions? Me lo auguro e spero che sia così, sarebbe un investimento ancora più importante per la pallanuoto italiana.
Giocare in casa le finali per la Pro Recco quanto conterà, potrà essere importante? Dipende perchè qualche volta può essere anche controproducente!
Quanto potrebbero contare l’esperienza e il carisma di Ratko Rudic? Molto, lui è veramente un allenatore eccezionale che ha vinto tutto nella sua carriera. La sua esperienza, il suo carisma, la sua bravura come tecnico potrebbero portare veramente la Pro Recco a questo successo in Champions League.
La società ligure è un modello a livello internazionale nella pallanuoto: perché secondo lei? Proprio per gli investimenti la passione del suo presidente che ha organizzato la Pro Recco come una vera e propria società professionistica. Un club di valore internazionale.
Dal campionato cosa si aspetta invece? E cosa si potrebbe fare per aumentare l’interesse? Penso che l’importante è che aumenti l’interesse, che i giocatori si divertano, che il campionato italiano sia sempre più bello, più emozionante.
A che livello ritiene che sia la nostra pallanuoto attualmente, anche nelle categorie giovanili? E’ a un buon livello, con annate come il 2002 e il 2003 che stanno dando ottimi giovani, ottimi giocatori.
Come si può cercare di renderla ancora più forte e portarla in ogni parte d’Italia? Non lo so, non so come si possa fare in questo senso.
Quali sono le sue passioni, i suoi hobby, cosa fa nel tempo libero? Mi piace giocare a paddle, vedere film, vedere lo sport.
Tifa per qualche squadra? Sono tifoso della Juventus.
Qual è il sogno che vorrebbe un giorno realizzare? Il sogno di conquistare la medaglia d’oro a Tokyo c’è ma preferisco non parlarne. Oltre a questo vorrei passare una vecchiaia serena.
Magari l’oro del Settebello e quello del Setterosa anche la pallanuoto femminile italiana ormai ha raggiunto vertici assoluti.. Perché no sarebbe veramente bello, una cosa del genere sarebbe stupenda. Speriamo che accada veramente…
Alessandro Campagna di Siracusa, cresciuto nella storica società dell’Ortigia: qual è il legame con la sua città? Grande, molto forte, sono contento naturalmente del comportamento dell’Ortigia che attualmente è in testa al campionato con la Pro Recco. Ho passato tanti anni da giocatore, è normale che sia così. Credo però che obiettivamente possa puntare solo al terzo posto. Sono anche contento che ci sia un’altro club siciliano in serie A come la Telimar Palermo.
Un legame forte con Siracusa quindi… E’ la mia città, la città dove sono nato, a cui sono legato, non solo per vicende sportive, una città che amo fino in fondo…
E anche il legame con la Sicilia, cosa vuol dire per Alessandro Campagna? La Sicilia è la mia terra, sono le mie radici. Una terra ospitale, passionale, sempre accogliente che mi rappresenta bene. Se dovessi dire le cose in cui mi vedo meglio della Sicilia sono il cibo, il sole e il mare!
(Franco Vittadini-Mauro Mantegazza)