Linus è stato uno dei primi a commentare la nuova disposizione del Governo in materia di spettacoli e concerti: finalmente si torna alla musica dal vivo ma, essendo le misure di distanziamento da Coronavirus ancora in atto, nei teatri e nei cinema l’accesso sarà consentito a sole 200 persone mentre negli spazi aperti gli eventi saranno riservati a 1000 ingressi. Nominato da poco direttore generale del polo radiofonico del Gruppo Gedi, che comprende anche la “sua” Radio Deejay, Pasquale Di Molfetta (questo il nome di battesimo del 62enne conduttore radiofonico) ha già espresso le sue perplessità sulla cosa. In una lunga intervista rilasciata a FqMagazine, nella quale ha toccato vari temi, il conduttore ha detto che i due piani vanno distinti: far entrare 200 persone al cinema o a teatro può avere un senso perché “è importante che certe cose rimangano accese e vive”.



LINUS “RIDICOLO FARE CONCERTI CON 1000 PERSONE”

Il problema riguarda invece i concerti negli spazi aperti: per Linus si tratta di una “richiesta ridicola”, e a sostegno della sua posizione ha aggiunto che in questo modo si ucciderà il business. Oltre a dover garantire la distanza di un metro l’uno dall’altro, per il quale il conduttore ha detto che bisognerebbe far sedere tutti o procedere a “fare prigionieri”, fare entrare mille persone e mantenere la distanza significa dover affittare posti con capienza almeno 10 volte superiore. “I costi sono insostenibili, così uccidi il business” ha detto, ma al netto della questione economica (che è comunque centrale), Linus ha detto di non riuscire a concepire un concerto o uno spettacolo all’aperto con le persone tutte distanziate. “E’ come uccidere lo show” ha dichiarato senza mezze misure; posizione tutto sommato condivisibile per chi abbia assistito ad almeno un concerto di questo tipo nella sua vita.



Linus ha poi parlato della Deejay Ten, la corsa non competitiva che, da grande appassionato, ha iniziato a organizzare 15 anni fa. “Quando ne discutiamo c’è qualcuno che si alza e dice ‘se le cose vanno bene a settembre facciamola!’ ha confidato il presentatore, che però da par suo dice di non potersi prendere la responsabilità di assembramenti simili. In più, è chiaro che una manifestazione simile debba passare attraverso una preparazione che di certo non si apre all’ultimo momento, perché bisogna far fronte ad accordi pubblicitari e preparazione del materiale; “di solito ci lavoriamo cinque-sei mesi prima” ha detto Linus, che dunque ha ammesso candidamente che nel 2020 la Deejay Ten non ci sarà. “Sarà più bello farla l’anno prossimo” ha rilanciato, dicendo di come ogni tanto si debba accettare certe decisioni con serenità. “Lamentarsi, ora come ora, sarebbe brutto nei confronti di chi ha serie difficoltà causate dalla pandemia”.

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