Marcello Lippi, sulle pagine di Libero, ha fatto il punto sulla situazione del calcio italiano, partendo dalla Champions League, con la maxi sfida europea tra Milan e Inter, terminata con la vittoria nerazzurra all’andata: “È stata una prima partita intensa ma disequilibrata nella quale il Milan ha sofferto molto l’assenza di Leao. Non pensavo fino a quel punto, per 45 minuti l’Inter è stata incontenibile. Ora ai rossoneri serve un’impresa, complicatissima. Uno spiraglio di speranza, solo quello, glielo lascio”. In finale, secondo il tecnico, la formazione nerazzurra non sarebbe spacciata: “No, con una squadra forte e, soprattutto, compatta come è ora quella di Inzaghi, tutto è possibile. Grazie alla condizione mostrata mercoledì sera, tutto sarebbe possibile”.



Mentre l’Inter si gioca una semifinale di Champions con vista sulla finale, la Juventus punta all’Europa League: “Esistono stagioni nelle quali non te ne va bene una. Ma se parliamo di campionato la Juve è seconda in classifica. La delusione maggiore è venuta dalla Champions, e io so bene cosa significhi la coppa dalle grandi orecchie per la Juve, ne ho vinta una e perse due”, ha commentato Lippi. Secondo l’ex tecnico, i bianconeri potrebbero vincere l’Europa League: “Ha gli uomini giusti, la mentalità, la personalità per farlo. Tutti indicano in Vlahovic il giocatore più deludente ma non è così: si soffre molto quando si viene tormentati dalla pubalgia. E poi essere centravanti della Juventus è sempre complicato”.



Lippi: “Ripenso spesso al Mondiale 2006”

Così come la Juventus, anche la Roma giovedì prossimo si giocherà il tutto per tutto per volare a Budapest, dove si giocherà la finale di Europa League. Lippi, a Libero, ha spiegato che la Lupa “Aveva 6-7 titolari fuori ma, per i giocatori che ha reclutato integri, Mou ha disegnato una partita di grande concretezza. Un leader è stato Cristante centrale difensivo. Poi con Bove ha pescato il jolly vincente per l’1-0, risultato che può difendere bene a Leverkusen”. Anche la Fiorentina, in Conference, per l’ex tecnico ha chance importanti: “È solo il primo tempo della sfida andata-ritorno. Sono certo che, a Basilea, può andare a vincere. Quest’anno la Fiorentina ha già dimostrato di rendere meglio in trasferta”.



Se il calcio italiano viaggia forte in Europa, non si può dire lo stesso della Nazionale. “Oggi giocano 9-10 stranieri per squadra e Mancini trova ovvie difficoltà nel pescare italiani bravi nel campionato. Difatti guarda a tornei esteri, non può farne a meno. È anche un discorso generazionale: in quel Mondiale avevo in squadra fuoriclasse come Totti e Del Piero e tanti leader carismatici, grandi uomini. Per questo abbiamo vinto la coppa”, ha spiegato Lippi. Il tecnico, sulla panchina in quel 9 luglio 2006, ripensa spesso alla finale: “Mi rivedo solo, stremato, nella mia camera dell’albergo dove abbiamo passato il ritiro di quella fantastica avventura. È ormai l’alba e sono concentrato sulla registrazione della finale contro la Francia. Fumo un sigaro e Grosso segna il quinto rigore. È la felicità”.