La foto in cui Antonio Decaro è ritratto insieme a due donne, una sorella del boss Antonio Capriati e la di lei figlia Annalisa Milzi, potrebbe portare a delle denunce. Le due donne sono, infatti, incensurate ed estranee alle attività del clan, quindi ritengono di essere state diffamate. Per questo annunciano querele. «Voglio agire per vie legali, la mia foto è dappertutto. Solo per il nostro cognome, Capriati. Siamo incensurate, abbiamo questo negozio d’abbigliamento da 26 anni», dichiara la figlia di Lisa Capriati, le cui parole sono riportate da Libero. La foto risale al 7 maggio dell’anno scorso, dunque non ha nulla a che vedere con il caso Bari di cui si sta discutendo in questi giorni.



Ma alcuni esponenti del centrodestra l’hanno rilanciata, così come alcuni quotidiani l’hanno ripresa dai social. «Ma come si sono permessi di prendere una foto dal mio profilo, hanno violato la mia dignità. Anche mio figlio, calciatore che è in Liguria per un torneo, mi ha chiamato perché mi ha visto in tv. Noi siamo persone per bene, fra i Capriati ci sono 11 figli. Cosa vogliono insinuare?», attacca la nipote di Capriati.



“PASSAVA DI QUI E GLI ABBIAMO CHIESTO FOTO…”

La nipote di Capriati ricostruisce la genesi di quella foto con l’attuale sindaco di Bari, Antonio Decaro. «Passava di qui con la scorta e gli abbiamo chiesto uno scatto, così come noi facciamo con altri e così come lui fa con tutti, perché è una persona del popolo». Lo stesso Decaro ha commentato le polemiche durante una diretta Facebook: «A me è dispiaciuto finire in una foto dove vengo accostato alla mafia, ma immagino anche la difficoltà di queste persone che non c’entrano nulla. Io ho le spalle larghe, queste due persone non c’entrano nulla. Non vedo perché si debbano ritrovare in una foto solo perché hanno chiesto al sindaco di fare una foto davanti a loro negozio, come mi capita ogni giorno decide di volte». Sul caso del selfie è intervenuto pure Fiorello durante la puntata di “Viva Rai2!”: «Nella foto c’è Decaro con due donne, una è la sorella, incensurata, del boss. Uno dice: ma perché non posso fare una foto? Che ne sapevo io chi è? Ci sono le fazioni, ognuno usa i selfie a suo piacimento».

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