Svolta nel caso di Lisa Gabriele, 22enne uccisa nel 2005 a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza: un ex poliziotto è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, in manette 17 anni dopo il delitto. Nel giallo, la messinscena di un suicidio e una lettera anonima che avrebbe dato impulso alla riapertura delle indagini dopo l’archiviazione, scritta da un sedicente collega dell’uomo che, rotto un silenzio lungo 13 anni, nel 2018 avrebbe indicato l’identità del presunto assassino inchiodandola, nero su bianco, riporta Chi l’ha visto?, proprio al nome dell’ex agente poi iscritto nel registro degli indagati nel 2021.



La recente ordinanza di custodia cautelare in carcere avrebbe come destinatario Maurizio Mirko Abate. Questo il nome dell’ex poliziotto, da subito dichiaratosi innocente, indagato dalla Procura di Cosenza per la morte della giovane Lisa Gabriele con la quale, riporta ancora la trasmissione di Federica Sciarelli, l’ex agente avrebbe avuto una relazione clandestina. La 22enne fu trovata senza vita il 9 gennaio 2005 in un bosco del Cosentino, accanto al cadavere una bottiglia di whisky, psicofarmaci e un biglietto d’addio. Tutti elementi che, come avrebbe fatto emergere la prima inchiesta, non sarebbero riconducibili all’ipotesi di un gesto estremo. Nel corpo di Lisa Gabriele, rivelò l’autopsia, non sarebbero state trovate tracce di alcol e medicinali. Quel biglietto, inoltre, non sarebbe stato scritto dalla ragazza. Gli esami post mortem avrebbero però evidenziato tracce di un potente ipnotico e alcuni segni sulle mani.



Omicidio Lisa Gabriele: arrestato ex poliziotto, svolta dopo 17 anni

Lisa Gabriele si sarebbe innamorata dell’ex agente, all’epoca in servizio nella Polizia stradale, e tra i due sarebbe nata una relazione piuttosto travagliata. L’uomo, Maurizio Mirko Abate, già sposato, secondo l’accusa contenuta nella lettera anonima che avrebbe riaperto il caso dopo 13 anni (portando poi all’arresto dell’indagato a 17 anni dal delitto), avrebbe agito contro la 22enne “soffocandola con un cuscino” perché avrebbe voluto lasciarla. A innescare l’azione omicidiaria, riporta ancora la missiva dell’ignoto sedicente collega di Abate diffusa da Chi l’ha visto?, sarebbe stato il fatto che Lisa Gabriele, pur di non essere lasciata, avrebbe finto una gravidanza. La 22enne sarebbe stata uccisa nella notte tra il 7 e l’8 gennaio 2005, il suo corpo ritrovato il 9 dello stesso mese in una zona di campagna di Montalto Uffugo, nel Cosentino. Oggi l’ex poliziotto, scrive Adnkronos, ha 50 anni e a suo carico graverebbe l’accusa di omicidio doloso premeditato, aggravato dai futili motivi “e in concorso con altro soggetto allo stato ignoto“.



Nel 2009, il caso di Lisa Gabriele era stato archiviato senza un colpevole. Pur essendo emersi elementi potenzialmente utili a risolvere il giallo, all’epoca “lacune investigative” avrebbero prodotto lo sbocco delle indagini in un vicolo cieco. Una situazione rimasta nelle sabbie mobili fino al 2018 quando l’anonimo, con la sua lettera, avrebbe fatto capire alla Procura di Cosenza di essere a conoscenza di quanto realmente accaduto a Lisa Gabriele. La successiva riapertura dell’inchiesta e i contestuali accertamenti, tra cui nuove consulenze medico legali, escussioni e intercettazioni ambientali e telefoniche, avrebbero portato a galla un quadro indiziario che, riporta ancora Adnkronos, sarebbe ritenuto “grave” a carico dell’indagato. L’ex poliziotto attualmente in carcere con l’accusa di essere autore dell’omicidio di Lisa Gabriele – e di cui ora si cercherebbe un presunto complice – secondo quanto emerso sarebbe anche accusato di cessione e spaccio di sostanze stupefacenti (avrebbe consegnato marijuana al figlio in diverse occasioni).