Domenica 25 aprile la lista paneuropea “Volt” – schierata a sostegno del sindaco uscente di Milano Giuseppe Sala, assieme a Verdi e Pd – ha lanciato la campagna “Vivo, Lavoro, Voto” aprendo di fatto alla richiesta di voto per i cittadini extracomunitari regolari alle prossime Comunali 2021. Nel comunicato stampa pubblicato oggi si legge testuale «Lanciamo una raccolta firme per estendere, attraverso una delibera del Consiglio Comunale, il diritto di voto nelle elezioni comunali ai cittadini extra UE regolarmente residenti a Milano da almeno 3 anni».
A fianco dell’ex commissario Expo, Volt spiega che sono circa 250mila le persone a Milano che non possono prendere parte alla votazione perché non in possesso della cittadinanza italiana: «Noi di Volt – spiega ancora il movimento – riteniamo che sia arrivato il momento di riconoscere il diritto di voto alle elezioni comunali anche a questi nostri concittadini». L’iniziativa della lista a sostegno di Sala non ha lasciato indifferenti le opposizioni che contestano al Centrosinistra milanese la volontà di “aumentare” la base elettorale per poter avanzare nei sondaggi: «Sala ha paura di perdere le elezioni e quindi cerca di raccattare voti tra gli immigrati extra Ue tanto coccolati durante il suo primo mandato. La strategia della sinistra è molto chiara ed è sulla stessa lunghezza d’onda di quanto mostrato in questi anni: gli extracomunitari sempre prima degli italiani», attacca la consigliere comunale della Lega Silvia Sardone.
ELEZIONI MILANO, L’ULTIMA POLEMICA
Per il Carroccio l’atteggiamento delle liste di Sala è «vergognoso» perché intende cambiare le regole a pochi mesi dal voto per le Amministrative 2021 (tra fine settembre e ottobre, ndr), «cambiare le carte in tavola aprendo di fatto a un mercimonio del voto: centri sociali abusivi tollerati per non perdere un bacino elettorale consistente, grandi opere bloccate per non perdere i Verdi, moschee irregolari lasciate al loro posto per non far arrabbiare la comunità musulmana, ora è la volta del voto agli extracomunitari». Replica diretta arriva da uno dei candidati di Volt Filippo Badolato «non è mercimonio di voti ma una proposta pienamente federalista. No taxation without representation dicevano 13 piccole colonie nordamericane, ora diciamolo anche noi».
Ennesima polemica nel giorno in cui tra l’altro la Lega sferza il Centrodestra per arrivare ad una decisione sul candidato da opporre a Giuseppe Sala: Salvini a Milano ha incontrato Gabriele Albertini lanciandolo come candidato sindaco ideale, «Albertini è un candidato civico, sfido a dirmi a quale partito è iscritto. Non ne ho la minima idea neanche io. È una persona che ha un’idea di città, è libera e indipendente. Ha dimostrato di saper fare e di parlare poco e costruire tanto. In questo momento di ricostruzione Milano ha bisogno di un ricostruttore». Ancora il leader del Carroccio rilancia «Albertini ha lasciato una traccia importante su questa città. Dopo di lui poco. Milano ha bisogno di concretezza, di visioni, di futuro. Albertini sarebbe una garanzia da questo punto di vista. Poi la scelta è sua – ha concluso Salvini -. Non può essere accusabile di salvinismo, leghismo o sovranismo. Più di una volta in passato abbiamo avuto visioni diverse, ma Milano ha bisogno di una spinta, di tornare a correre perché gli anni, a prescindere dal Covid, di gestione Sala sono stati fermi».