700 milioni per le regioni per le liste d’attesa

A disposizione delle Regioni ci sono circa 700 milioni per il recupero delle liste d’attesa, grande emergenza della sanità italiana dopo il Covid. Parliamo del recupero di milioni di prestazioni varie, tra screening, visite e ricoveri saltati per via della pandemia. Le risorse sono inserite in una norma approvata al Senato tra gli emendamenti al decreto milleproroghe, che attende il via libera della Camera. La misura è stata voluta dal ministro della Salute Orazio Schillaci per recuperare le risorse ancora non spese dalle Regioni stanziate con la manovra di oltre un anno fa. Parliamo di 500 milioni, di cui 350 non spesi. A questi si aggiungono altri 350 a cui possono attingere le regioni.



“L’emendamento approvato consente alle Regioni di poter continuare a utilizzare i fondi resi disponibili con la legge di bilancio 2022 e inoltre si dà la facoltà di avvalersi anche di una quota del fondo sanitario nazionale. Il tema delle liste d’attesa è una priorità e con questa norma rafforziamo gli strumenti a disposizione delle Regioni per poter accelerare l’attuazione dei piani operativi per il recupero delle prestazioni. È importante che tutti ci adoperiamo per dare un segnale di ripresa rapido e concreto ai cittadini” ha affermato Schillaci, ministro della Salute, parlando a Il Sole 24 Ore.



Schillaci: “La pandemia ci ha insegnato che…”

Nella giornata di ieri, il ministro della Salute ha affrontato anche un’altra emergenza: quella della carenza del personale sanitario.  In occasione della celebrazione della Giornata nazionale degli operatori sanitari, nata proprio per celebrare il lavoro svolto nel corso dei tre anni di pandemia, ha dichiarato: “Ho assunto l’impegno, in questo mandato, di procedere a una rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico. Un primo segnale è stato dato con l’inserimento, in legge di Bilancio 2023, della norma che incrementa l’indennità al personale operante presso i servizi di pronto soccorso”.



Secondo Schillaci ancora, “occorre aumentare il numero di iscritti nelle Università e colmare la carenza di figure specialistiche”. L’esperienza della pandemia ha insegnato quanto ”la salute pubblica sia cruciale, ha fatto emergere le eccellenze delle professionalità impegnate nel servizio sanitario nazionale ma, ha acceso un faro sulle criticità del sistema, da affrontare con la massima determinazione e urgenza”.