Già da tempo è emerso come le liste d’attesa siano uno dei talloni d’Achille della sanità italiana. Le tempistiche sono andate poi peggiorando a partire dalla pandemia, durante la quale per dare la precedenza ai malati Covid e alle varie misure di emergenza sanitaria, visite specialistiche e controlli, anche per patologie gravi, si sono via via accodate. E neanche oggi, a fine emergenza, la situazione non sembra essere migliorata di molto. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, come riporta Quotidiano Sanità, ha così deciso di intervenire dichiarando ‘guerra’ alle liste d’attesa.



Rispondendo oggi alla Camera al Question Time dell’On. Gilda Sportiello (M5S) Schillaci ha dichiarato di aver aperto un tavolo di lavoro volto a redigere un piano nazionale del governo per fronteggiare la problematica. Ciò a cui sta lavorando sarebbe “uno strumento di indirizzo e di governo per le regioni e per le province autonome in tema di accesso alle prestazioni sanitarie, di gestione dei tempi e delle liste d’attesa, con un impegno comune di convergenza su azioni complesse e articolate fondate sulla promozione del principio di appropriatezza nelle sue dimensioni cliniche, organizzative e prescrittive“.



LISTE D’ATTESA: MINISTERO DELLA SALUTE AL LAVORO PER SANARE UNA SANITÀ ‘INGOLFATA DA ANNI’

La sanità è ingolfata da anni di errata programmazione, da misure tampone senza una strategia e da frequente incapacità di spesa dei fondi sanitari da parte di molte regioni. Ora cerchiamo finalmente soluzioni strutturali“. Queste le parole del Ministro Schillaci nel corso della risposta data oggi in aula.

Schillaci ha poi anche voluto porre l’attenzione sul suo operato: “fin dal mio insediamento mi sono adoperato affinché venissero adottate diverse misure, anche di tipo economico, per potenziare gli organici delle strutture sanitarie, quali la facoltà di ricorrere agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico e del personale sanitario operante nelle aziende e negli enti del sistema sanitario nazionale. Sempre con l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa, devo ricordare che con la legge n. 213 del 2023 è stato previsto un rifinanziamento dei piani operativi per l’abbattimento delle liste d’attesa, per cui le regioni potranno utilizzare una quota non superiore allo 0,4 per cento del livello di finanziamento indistinto per un ammontare, per l’anno 2024, di 520 milioni di euro.” E ha poi aggiunto: “Per quanto riguarda, infine, i sistemi CUP, anch’essi obiettivi del piano nazionale governo liste d’attesa 2024-2026, evidenzio che il monitoraggio annuale del collegamento delle agende di tutte le strutture pubbliche e private prosegue incessantemente. Si prevede che con l’innovazione di questo nuovo piano il monitoraggio debba essere realizzato con un collegamento diretto ai CUP regionali per ottenere dati tempestivi e oggettivi.



LISTE D’ATTESA, LA REPLICA DELL’ON. SPORTIELLO

La risposta del Ministro Schillaci non sembra aver convinto fino in fondo l’opposizione. L’On Sportiello, come apprendiamo sempre da Quotidiano Sanità, ha infatti così replicato: “Le liste d’attesa sono un problema che ormai è diventato emergenza. Troppe persone non riescono a curarsi e noi siamo preoccupati dalla direzione che ha preso il governo tra rinvii e tagli. Siamo preoccupati per il nostro Ssn e perché la sanità pubblica in questo momento è in pericolo. Ma la risposta del ministro alle nostre preoccupazioni è piena di verbi al futuro e promesse generiche. Peccato che nelle due leggi di bilancio approvate il governo Meloni non abbia realizzato nessuna riforma per risolvere in maniera strutturale il problema delle liste d’attesa. Al contrario, non sono mancati il depotenziamento del Servizio sanitario nazionale e i favori alla sanità privata.

(…) Se in questo Paese non ci si può più curare e il diritto alla Salute non è garantito abbiamo un problema gigantesco, per di più in un momento in cui l’emergenza abitativa è enorme, il carovita è alle stelle, la povertà è drammaticamente in aumento. Il ministro dovrebbe agire, se non vuole passare alla storia come colui che ha dato il colpo di grazia al SSN pubblico nel nostro Paese”.