Le liste elettorali sono state presentate, la corsa in vista delle elezioni del 25 settembre è iniziata. Ma non per tutti. È il caso dei Gilet arancioni guidati dall’ex generale Antonio Pappalardo. L’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Roma circoscrizione Lazio 1 Camera ha respinto la lista. Stesso discorso per la lista di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova.  Entrambi i partiti non hanno presentato le firme.



Nessun problema, invece, per gli altri partiti. Via libera anche per Unione popolare e Italexit. Il primo movimento è nato a luglio e vede la partecipazione di vari partiti: da DeMa (di Luigi De Magistris, che è anche il leader) a Manifesta, passando per Potere al Popolo e Rifondazione Comunista. Il secondo, invece, è il soggetto politico guidato da Gianluigi Paragone.



LISTE ELETTORALI: IL CASO GILET ARANCIONI

Le liste elettorali dei Gilet arancioni non sono state ammesse, dunque, ma non è finita qui.Antonio Pappalardo è pronto a dare battaglia. Noto per il movimento di protesta novax lanciato nel pieno della pandemia, il generale ha ribadito che il suo partito non ha raccolto le firme perché esente, in quanto “l’Unione Cattolica Italiana (sigla inserita anche nel simbolo) è da sempre collegata all’Udc e quindi non raccoglie le firme”. Uscendo dalla Corte di Appello di Roma, Pappalardo ha sottolineato di essere al lavoro per fare ricorso in Cassazione: “Abbiamo presentato i nostri candidati alla Corte di appello di Roma. Questa, e solo questa in tutta Italia, ha avuto qualcosa da eccepire sul fatto che la nostra lista non debba raccogliere le firme, prendendo una cantonata”, le sue parole riportate dall’Ansa.

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