Tantillo: “Dobbiamo guardare bene le etichette”
Continuano le segnalazioni e gli allarmi vari per quanto riguarda il pericolo Listeria nel cibo. Non solo wurstel, ma anche salmone, gorgonzola e pancake e altri prodotti sono stati ritirati dai supermercati perché contaminati da Listeria. Si tratta di un batterio che si trova un po’ ovunque, che aderisce alle superfici e si moltiplica, come spiegano gli esperti. Ospite di Controcorrente, Giuseppina Marilia Tantillo, docente di sicurezza alimentare, ha spiegato come provare a prevenire la contaminazione del batterio e mangiare cibi più sicuri.
“Dobbiamo guardare bene le etichette. Tutte le problematiche che abbiamo avuto di recente sono dovute alla non cottura di alimenti nonostante sulle etichette ci fosse scritto di consumarli previa cottura. Poi ovviamente anche una conservazione. Abbiamo visto che quegli alimenti che vengono consumati senza cottura hanno necessità di conservazione breve in frigorifero in una zona fresca” ha affermato la professoressa.
Tantillo: “L’igiene può aiutare a prevenire la Listeria”
I casi di Listeria sembrano aumentati esponenzialmente nell’ultimo periodo. Spesso, infatti, vengono segnalati alimenti del supermercato come wurstel, salmone e molto altro. Ma come si spiega questo aumento dei casi? Secondo la professoressa Giuseppina Marilia Tantillo, “Abbiamo la voglia di mangiare qualcosa di crudo, di non cotto. Questa voglia deriva anche da un’alimentazione del sud-est asiatico alla quale ci siamo abituati, come il sushi. Siamo abituati a mangiare un po’ tutto crudo”.
Secondo la docente, comunque, l’igiene potrebbe far molto per prevenire i casi di Listeria: “L’igiene è la base di un prodotto che non nuoce alla salute. Le aziende hanno implementato i controlli di igiene proprio perché non abbiamo più chi ci prepara la verdura sotto casa. Gli alimenti fanno il giro del mondo e se non hanno una grandissima proprietà igienica, la contaminazione batterica c’è. Sicuramente i crostacei crudi hanno un sapore diverso ma il consumatore devono sapere che è un rischio. Ovviamente non è che tutte le volte che mangiamo una cozza cruda ci viene l’epatite… Se hanno fatto tutta la trafila igienico-sanitario sicuramente è minore il rischio“.