Una serata dedicata al teatro e a una delle più celebri saghe famigliari di questa arte: è in questo modo che questa sera Rai 1 celebra la famiglia De Filippo proponendo in prima visione “I fratelli De Filippo”, opera firmata da Sergio Rubini e presentata all’ultimo Festival del Cinema di Roma che ripercorre la vita e anche il difficile percorso creativo di Eduardo, Peppino e Titina, i tre rampolli del commediografo Eduardo Scarpetta, qui interpretato da un superbo Giancarlo Giannini. Infatti la loro drammatica vicenda famigliare legata al mancato riconoscimento del padre si lega a quella artistica con la lite, mai del tutto chiarita, tra Eduardo e Peppino (definiti da qualcuno come due “galli” nello stesso pollaio, forse troppi) che mise la parola fine al loro trio ma che fu, per paradosso, l’occasione per ognuno di intraprendere una propria strada e sviluppare un’idea originale e irripetibile di teatro.

La saga famigliare dei De Filippo, e questo è il punto di partenza necessario, è innanzitutto uno spaccato della storia del teatro moderno italiano ma pure di quella italiana, nel contesto di una realtà partenopea del tutto peculiare e che non può essere trascurata nel momento in cui si parla di questi tre giganti, con Eduardo promotore di un’idea di teatro più rivoluzionaria e un Peppino da questo punto di vista più ‘tormentato’ e ricco di contrasti, mentre a Titina tocca l’ingrato ruolo di donna che deve mediare ma anche di donna di teatro, cosa non scontata tanti anni fa. Ma come è nata la lite tra i due fratelli e cosa sappiamo oggi, nonostante misteri e reticenze che ancora resistono? Probabilmente la verità completa non verrà mai a galla e nemmeno le parole che Eduardo e Peppino si dissero ma proviamo a contestualizzare la vicenda per spiegarla un po’ meglio.

PERCHÈ SI È SCIOTO IL TRIO DE FILIPPO? COME NACQUE LA LITE TRA EDUARDO E FILIPPO CHE…

Come sappiamo, la compagnia teatrale dei Fratelli De Filippo si sciolse dopo vent’anni di onorata carriera: il casus belli fu una delle tante liti scoppiate tra i due uomini che, ma questo era un fatto risaputo, avevano non solo una visione diversa della vita e forse anche della politica, ma pure del modo di concepire il teatro. D’altronde la loro convivenza lavorativa non era mai stata facile e va detto che la ritrovata libertà fece bene ad entrambi (Peppino continuerà con una propria compagnia e sbarcherà anche al cinema, laddove Eduardo rafforzerà invece la propria posizione di autore autentico del teatro napoletano) nonostante la dolorosa fina di quell’esperienza. Dopo anni di lontananza, sappiamo anche che Eduardo si recò sul letto di morte di Peppino, ponendo in extremis fine a questa rottura ma quello che si dissero resta un segreto che i due geni si sono portati nella tomba. Lo scioglimento definitivo, avvenuto nel dicembre 1944, fece seguito a una clamorosa lite scoppiata durante le prove di uno spettacolo al Teatro Diana.

Tuttavia, oltre a motivazioni di carattere prettamente artistico (Eduardo sembrava stando di un teatro prettamente umoristico, a differenza di Peppino) pare si aggiunsero anche dissapori legati al licenziamento dell’attrice Lidia Maresca, una delle fiamme di Peppino che poi diverrà la sua seconda moglie, da parte di Eduardo, venuto a conoscenza della ‘tresca’ amorosa tra lei e il fratello. A raccontare la circostanza fu nel 2009 Luigi De Filippo, erede di Peppino, in un’intervista a ‘la Repubblica’, ricordando come di fronte a certi atteggiamenti “dittatoriali” di Eduardo, Peppino lo congedò chiamandolo ironicamente “Duce!”, cosa che li portò ad azzuffarsi prima che gli astanti intervenissero a separarli. Infine, nonostante il presunto riavvicinamento in morte di Peppino, Eduardo non presenziò ai suoi funerali e la stessa sera della dipartita disse al pubblico per cui recitava: “Da vivo non mi mancava, ma mi manca molto adesso: come compagno, come amico ma non come fratello”.