Sarebbe stata una lite dovuta a futili motivi a provocare il malore, un infarto, che ha ucciso il carabiniere Antonio Carbone, maresciallo maggiore della Compagnia di Ciriè, in provincia di Torino, che si trovava in villeggiatura a Paola, in provincia di Cosenza. Il militare, 56 anni, avrebbe intavolato infatti una discussione piuttosto veemente con alcuni vicini di ombrellone, rei di avere gettato sulla spiaggia un mozzicone di sigaretta. Un gesto d’inciviltà di fronte al quale Carbone non ha potuto far finta di nulla e, al termine dell’acceso diverbio, si è seduto a terra e, poco dopo, ha perso i sensi e il suo cuore ha smesso di pulsare.



L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri, lunedì 16 agosto 2021, e a raccontarlo nei dettagli ai microfoni di “Info Difesa” è stato il fratello della vittima, Vincenzo: “È morto un uomo, è morto un calabrese, è morto un maresciallo dei carabinieri di 56 anni. Nell’esercizio delle sue funzioni, se così si può dire. Naturalizzato piemontese, in vacanza da appena un giorno, voleva solo difendere il mare di Paola dalla ignoranza violenta e barbara di un clan di bagnanti calabresi, che, invece, lo stava distruggendo. Un gesto da poco, un gesto banale, chiedere con gentilezza di non buttare rifiuti in mare”.



CARABINIERE MORTO D’INFARTO IN SPIAGGIA DOPO UNA LITE PER UNA SIGARETTA: “VITTIMA DI UN VIOLENTISSIMO ASSALTO VERBALE”

Alla fine di un violentissimo assalto verbale da parte dei bagnanti, al quale il carabiniere non ha potuto opporre alcuna resistenza, “il suo cuore non ha retto. Soccorso immediatamente da altri turisti, quando sono arrivato ho potuto solo assistere alla incredulità e allo sconforto di chi c’era. Morto sulla spiaggia”. Vincenzo, con l’animo distrutto, ha comunque voluto esaltare l’ultima azione compiuta da suo fratello: “Si è trattato di un piccolo gesto, ma nei fatti rivoluzionario, chiedere a un gruppetto di calabresi di non distruggere la bellezza della Calabria”.



E, ancora: “Assistiamo tutti gli anni ai roghi che distruggono i nostri boschi e sono calabresi quelli che appiccano gli incendi. Vediamo tutti gli anni il sudiciume del nostro mare e sono calabresi quelli che inquinano. Fino a quando dovremo assistere, inermi, a questo scempio?”.