Le liti condominiali sono sempre più comuni: oltre 1 milione all’anno, di cui la metà finiscono in Tribunale. I motivi sono più disparati. A parlarne, a Uno Mattina, è stato Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo: “I tempi sono cambiati e anche le ragioni di discussioni. Ai primi posti della classifica ci sono i rumori molesti e il parcheggio selvaggio. Le spese condominiali sono un must have, perché costose e spesso non pagate da alcuni condomini. Un trend in aumento è invece quello degli animali domestici, soprattutto nelle grandi città. Infine, la raccolta differenziata e la gestione degli spazi comuni”.



Il fenomeno, tuttavia, cambia di città in città. “A Roma il motivo più alto di litigio sono proprio gli animali. A Napoli si litiga molto per il parcheggio di auto e moto, mentre a Torino per quello delle bici negli androni”. Esistono, però, anche delle mosche bianche “A Firenze e a Milano si litiga pochissimo”. L’esperto ha rivelato in tal senso anche come è necessario comportarsi di fronte a queste situazioni: “Ci sono alcuni fenomeni inclusi nei regolamenti di condominio (ad esempio i rumori causati da lavori di ristrutturazione in determinati orari) ma anche delle questioni appartenenti della sfida individuale che non ci rientrano”.



Liti condominiali: oltre 1 milione all’anno, il parere dell’ANACI

In molti casi di liti condominiali a dovere intervenire è l’ANACI, ovvero l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari. A confermarlo è stata Rossana De Angelis, presidentessa della sede di Roma. “Quando una persona acquista un appartamento dovrebbe sempre andare a leggere il regolamento di condominio, che è obbligatorio e per molti aspetti svela come si possono risolvere i conflitti. Il regolamento della Polizia municipale delle singole città invece è più ampio e può aiutare nei casi non inclusi”, ha rivelato.



È importante, tuttavia, anche prevenire le discussioni. “La convivenza è difficile. È difficile in casa coi familiari, figuriamoci con persone che non si conoscono. Per quel che concerne le spese condominiali, le critiche spesso arrivano perché non si pensa di avere da queste un servizio tangibile. È necessario un maggiore chiarimento nei confronti dei condomini su quelle che sono gli usi in modo da calmare gli animi”. Nel caso in cui non si riesca nell’impresa, è necessario un intervento esterno. “Con la riforma Cartabia sono cambiate le regole. L’amministratore ora ha più potere: può partecipare alle mediazioni senza necessità di un parere preventivo da parte dell’assemblea. Ha dunque maggiori responsabilità e deve conoscere bene le procedure. Alla fine l’accordo terminale passa comunque sempre dall’approvazione dell’assemblea”.