Little Steven, chiacchierando con il quotidiano britannico The Times, ha parlato della sua profonda amicizia con Bruce Springsteen. Il musicista statunitense deve infatti la sua fama soprattutto per aver suonato la chitarra e il mandolino nella E Street Band, la band del “Boss”, del quale è tuttora collaboratore. Il suo volto è celebre anche al piccolo schermo per essere stato uno dei personaggi più amati della serie televisiva HBO “I Soprano“, in cui ha interpretato per più di ottanta episodi il mafioso Silvio Dante.
Parlando di questa parentesi attoriale della sua carriera artistica, Steven Van Zandt ha rivelato che avrebbe “potuto certamente attingere alla relazione con Bruce”. Questo perché il suo personaggio è il consigliere di una famiglia potente e amico d’infanzia del protagonista Tony Soprano: “Parte dell’obbligo di essere un migliore amico è che a volte devi portare le cattive notizie, esprimere un’opinione che non gli piacerà”.
Little Steven e Bruce Springsteen
Little Steven ha raccontato di quella volta in cui chiamò Bruce Springsteen per dirgli di ripensare alla canzone “Ain’t Got You”, contenuta nel suo ottavo album “Tunnel of Love” del 1987. Nel testo, il cantautore si vanta del suo successo, mentre dice che tutto ciò che desidera è l’amore: “Eravamo stati separati per un po’ e lui stava provando ad adattarsi ad essere un ragazzo di successo dopo essere venuto dal nulla. Il talento di Bruce è spiegare alle persone la loro vita e fornire una prospettiva a chi ascolta. Dovevo dirgli: a nessuno importa della tua vita, nessuno vuole sentire quanto sei ricco“.
Sempre conversando con The Times, Little Steven (tra i primi collaboratori di Springsteen) ha ripercorso il successo che l’amico ha avuto soprattutto negli anni Ottanta: “Non puoi fare a meno di perdere la prospettiva. Inizi a pensare di essere un genio, la cosa più grande del mondo, e chi discuterà più con te? L’atteggiamento mentale è: hai appena venduto 20 milioni di album? Io ero l’unico a non essere intimorito da Bruce, quindi potevo dirgli quello che pensavo”.