MARCIA INDIETRO UK: LIZ TRUSS “STOP TAGLIO TASSE AI PIÙ RICCHI”
È durato 10 giorni il piano “choc” di taglio delle tasse per ridurre il costo delle bollette, imposto dalla neo-Premier inglese Liz Truss come primissimo atto del suo neonato Governo Tory, sorto sulle cenere dell’esperienza di Boris Johnson e passato subito dal “terremoto” della morte della Regina Elisabetta. Stamane il “Financial Times” apre con titolo eloquente: «Liz Truss ha fatto un’umiliante inversione di marcia». Tradotto, ha rivisitato e non poco il piano di taglio delle tasse per dare iniezione di fiducia a imprese e famiglie travolte da inflazione e recessione dovute alla guerra in Ucraina: il piano originario del Governo Uk precedeva infatti, tra le varie cose, un taglio di 5 punti dell’aliquota più alta dell’imposta sui redditi oltre che un punto sull’aliquota base. Ebbene, dopo la semi-rivolta di parte dei parlamentari Tory, è Liz Truss a fare marcia indietro comunicandolo pubblicamente.
«Abbiamo capito, abbiamo ascoltato. Questo ci permetterà di concentrarci sull’attuazione degli elementi chiave del nostro piano di crescita. In primo luogo, il tetto ai prezzi dell’energia»: oltre alla Premier, da Downing Street parla anche il cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng (il Ministro dell’Economia inglese, ndr) che conferma, «È chiaro che l’abolizione dell’aliquota fiscale è diventata una distrazione dalla nostra missione prioritaria che è superare le sfide che il nostro paese deve affrontare».
REGNO UNITO, RESTA ALIQUOTA AL 45% PER REDDITI SOPRA 150MILA STERLINE
Dopo il taglio dell’imposta sul reddito dei più ricchi – si tratta di chi supera le 150 mila sterline l’anno di guadagno, ovvero circa 160 mila euro – i mercati internazionali finanziari erano andati in subbuglio facendo crollare la Sterlina e spaventando gli stessi parlamentari non tutti concordi con il piano di taglio delle tasse così profondo da 150 miliardi di euro circa. Giusto stamane, dopo l’annuncio del Governo Tory, la Sterlina è tornata a rimbalzare in alto confermando il “favore” dei mercati alla riduzione del piano anti-tasse. «Non c’era soltanto l’aspettativa negativa rispetto all’arrivo della Truss: il dollaro statunitense è forte da mesi, in seguito all’aggressiva politica della Federal Reserve di aumento dei tassi di interesse, a una velocità superiore a quella adottata dalla Banca d’Inghilterra», ha scritto stamane Joe Mayes, giornalista di Bloomberg.
Bce, Fondo Monetario Internazionale e diversi asset finanziari hanno contestato il piano finanziario (senza copertura, dunque in debito) di Liz Truss invocando un passo indietro e un ripensamento. E così è avvenuto, con la Bbc che oggi spiega come l’inversione dei Tory permetterà di non aggravare l’inflazione con misure d’eccezione che avrebbe dovuto mettere in campo la Bank of England in merito al costo del denaro (e relativa recessione). Dunque niente taglio dal 45 al 40% dell’aliquota più alta per i più “ricchi”, così come niente taglio dell’aliquota base prevista dal 20 al 19% dall’iniziale piano Truss. I Conservatori erano poi anche preoccupati dalla forte impopolarità di un provvedimento che andava a tagliare “indistintamente” le tasse tanto a meno quanto ai più ricchi, con il Labour che in questi giorni tocca nei sondaggi il massimo vantaggio possibile sui rivali Tory (+30%). Il concetto di far ripartire il Paese però nel pieno della recessione poteva essere l’appiglio e la giusta motivazione per Liz Truss: è stata però costretta a fare marcia indietro.