Lo spread vola: superati i 200 punti!
Dopo settimana in cui lo spread ha progressivamente allargato la sua forbice è disegnato un trend in ascesa, nella giornata di ieri sono stati superati senza l’ombra di retrocessione, i 200 punti, soglia psicologica importantissima. Tecnicamente possiamo dire che la stabilità dei conti pubblici è in serio pericolo.
Lo spread vola: cosa indica l’aumento del differenziale BTP italiani – Bund tedesco
L’aumento del differenziale indica che i nostri titoli di stato vendono di più ma aumenta anche maggiormente la possibilità che lo stato non riesca a ripagare il proprio debito. In pratica più alto è l’indice è maggiore è il rischio.
Investire sui titoli di stato di un paese che ha già un debito pubblico tra più alti del mondo è uno spread che ormai ha superato i 200 punti è una scelta da considerare attentamente secondo l’ottica degli investitori.
Sapevamo già che l’Italia stava lavorando ha deficit sul PIL e che il pericolo di recessione era alle calcagna già da tempo, adesso però possiamo dire di esserci entrati con tutte le scarpe.
Se fosse dipeso da Christine Lagarde, attuale Presidente della BCE, i tassi sarebbero rimasti inchiodati allo zero. Ma i rialzi della Fed e Boe, stanno spingendo sempre più affinché dal mese di luglio anche la BCE segua a ruota, ma con un rialzo lieve, appena sopra lo zero. Del resto la presidente della BCE ha dichiarato che l’aumento dei tassi dovrà essere graduale.
Lo spread vola: e se dovesse continuare a salire?
Per questo dobbiamo aspettarci un aumento dei tassi dal mese di luglio. Intanto l’inflazione galoppa e mette in pericolo l’eurozona e tutto l’occidente. In realtà il conflitto in Ucraina e le tensioni tra Cina e Stati Uniti, stanno mettendo in crisi anche paesi lontani dal conflitto, come quelli africani, soprattutto le ex colonie inglesi, legate ad una politica economica filoamericana.
Dunque la situazione dei conti pubblici italiani in realtà dipende poco dall’Italia ma molto dai conflitti esteri. Come al sottolineato anche con te rally infatti l’aumento di un punto percentuale dei tassi se titoli di stato, farebbe crescere la spesa di 3 miliardi nei successivi 12 mesi e di 39,4 nei successivi 5 anni. Soltanto nel primo anno la spesa aumenterebbe di 2 miliardi e un miliardo per le nuove missioni per coprire il deficit previsto secondo i piani correnti.
Per questo lo scostamento di bilancio è un capitolo ostico che non trova d’accordo i vertici di governo. Per il momento l’impennata dello spread andrà comunque ad impattare sul debito pubblico e sulla sua sostenibilità. Al momento l’impennata non ha fatto perdere le redini, ma se la situazione dovesse proseguire non è escluso che il governo dovrà riconsiderare tutto.