La Francia di Macron rischia la virata dittatoriale? Secondo qualcuno, sì. E più precisamente secondo la redazione della rivista Elements, che parla della deriva politica d’oltralpe nella sua ultima copertina. Il caporedattore del magazine, François Bousquet, ha motivato la scelta editoriale sulle pagine de La Verità: “È difficile definire la natura del regime che subiamo. La tirannia è greca, la dittatura romana, il dispotismo orientale, l’assolutismo francese, il totalitarismo germano-sovietico, il liberalismo autoritario neoconservatore… Abbiamo optato (sulla rivista, ndr) per il concetto di anarco-tirannia o più esattamente di tirannia atomica, essendo in assenza di leggi”.
Il giornalista parla di “uno Stato canaglia, lassista con coloro che sono al di sopra delle leggi e al di sotto delle leggi, ma al contempo uno Stato poliziesco che usa il pugno di ferro solo con le persone normali. Il fenomeno non è specifico della Francia. Pensi a Matteo Salvini che rischia fino a 15 anni di carcere per aver bloccato un barcone di migranti in mare aperto mentre questi stessi migranti beneficiano dell’empatia, quando non della clemenza, di giudici e giornalisti”. Secondo Bousquet si può parlare anche di repressione finanziaria: “Si tratta di una pratica legale anche se oltrepassa largamente il suo quadro regolamentare. Si tratta di “debancarizzare” i conti che presentano dei rischi, per esempio riguardo alla reputazione delle banche. Nella pratica, la sinistra radicale non è mai presa di mira con chiusure simili”.
Macron “sottoprodotto di un’élite sradicata”
Un episodio chiave della repressione di Macron si è avuta con i gilet gialli. Si tratta, secondo François Bousquet, caporedattore di Elements, si una “cosa mai vista in Francia dalla fine della guerra d’Algeria, nel 1962, ma allora dall’Eliseo. La feroce repressione dei gilet gialli da parte di un governo disperato illustra perfettamente la doppia natura dell’inarco-tirannia: forte con i deboli e debole con i forti. Questo è talmente vero che nel 2017, 26 membri del governo e stretti collaboratori di Macron, sono stati incriminati giudiziariamente. Ad oggi, solo due di loro sono stati condannati”, come spiega a La Verità.
Anche la libertà di opinione, in Francia, sta subendo dure battute d’arresto. “Nell’ultimo mezzo secondo abbiamo perso il conto del numero di leggi liberticide e che ci hanno riportato a prima del XII secolo, quando i chierici distinguevano tra crimine e peccato. Oggi il peccato – il pensiero malvagio – è un crimine. È su questa base che i successivi ministri degli Interni di Macron hanno giustificato le loro richieste di vietare o sciogliere i gruppi politici etichettati come di ultradestra”. Lo stesso Macron, secondo il giornalista, è un “sottoprodotto di un’élite sradicata, traviata dalla finanza e da un sistema che ha il fiato corto e che non vuole rinunciare ai suoi privilegi. È allo stesso tempo un simbolo e un sintomo dello spirito del tempo: narcisismo, senso di onnipotenza, immaturità, arroganza, fantasie onnipresenti, tutti tratti psicologici che senza dubbio accompagnano la sua deriva autoritaria”.