Lo Stato Sociale dopo la morte di Matteo Romagnoli
Dopo aver trascorso l’estate in tour, Lo Stato Sociale si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera. Per la band, gli ultimi mesi, sono stati affrontati da un grande dolore causato dalla morte di Matteo Romagnoli, il discografico che per primo ha creduto nel talento del gruppo dandogli fiducia. “Eravamo in tour quando è accaduto, abbiamo deciso di andare avanti spostando ogni decisione sul destino del gruppo a ottobre“, spiega Albi Cazzola.
“Il tour è stato terapeutico per affrontare il dolore e l’ultimo disco è diventato un punto di partenza. La band è un totme che deve esistere”, aggiungono. “Matte ci aveva dato la possibilità di essere figli oltre la scadenza naturale. Ci avviciniamo ai 40 anni e da eterni ragazzi dobbiamo diventare grandi. Se la band va avanti è perché la teniamo in piedi no, non perché lui ricompone tutto”, osserva Lodo.
Il futuro de Lo Stato Sociale
Lo Stato Sociale rappresenta uno dei gruppi italiani più amati che, in passato, ha dovuto affrontare periodi di crisi come quello vissuto nel 2021 quando tornarono sul palco del Festival di Sanremo dopo il successo ottenuto nel 2018. “Ci eravamo resi conto che i nostri rapporti umani non erano più sostenuti dalla stima e dall’affetto ma dal non affrontare i problemi, ad esempio l’invidia per lo spazio concesso a uno o a un altro senza sentirci annullati con trasparenza: eravamo diventati più colleghi che amici. Abbiamo messo il tasto pausa e siamo partiti dalla ricostruzione dell’amicizia“, ricorda Bebo al Corriere.
Una ripartenza che li ha portati a costruire un nuovo inizio per Lo Stato Sociale: “Volevamo dimostrare che certe canzoni le sappiamo ancora fare. E le cose da dire non mancano, non farle uscire sarebbe stato stare in silenzio rispetto all’osservazione del reale”, concludono.