Un recente studio condotto dal team della Washington State University, pubblicato dall’American Journal of Human Biology e citato da QuotidianoSanità, ha indagato sulla presunta origine dello stress. Secondo i ricercatori, la risposta alle stimolazioni stressanti potrebbe dipendere dalla relazione tra madre e figlio nei primi dodici mesi di vita del neonato. Età ritenuta indispensabile per lo sviluppo mentale e sociale del bambino, secondo questo nuovo studio avrebbe anche un’influenza sull’espressione del gene chiamato NR31C, che dovrebbe svilupparsi attorno ai 7 anni d’età e che è correlato proprio alla risposta allo stress.
Lo studio sullo stress e sul rapporto madre-figlio
Insomma, lo studio che ha indagato sulle (ancora presunte) origini della risposta allo stress è stato condotto da un team americano di Washington. Basandosi sui dati raccolti dal programma della Gran Bretagna chiamato “Avon Longitudinal Study of Parents and Children”, il team ha analizzato 114 coppie di madri e figli, nati tutti tra il 1991 e il 1992 ad Avon, appunto nel Regno Unito. Grazie ai dati hanno scoperto che le interazioni tra madre e figlio sono alla base di numerose modificazioni epigenetiche nel bambino.
Tra queste riposte epigenetiche modificate dalle interazioni tra madre e figlio ci sarebbe anche l’espressione del gene correlato alla risposta allo stress, il NR31C. Osservando, infatti, il modo in cui le madri, nei primi 12 mesi di vita dei loro piccoli, gli mostravano ed esponevano un libro di figure, hanno classificato le interazioni, dalla più fredda (definita nello studio “neutrale”) alla più calorosa. Le interazioni classificate, poi, sono state confrontate con i dati delle analisi epigenetiche svolte sul sangue dei bambini, sette anni dopo. Da questo hanno capito che alle interazioni neutrali erano associati anche minori livelli del gene dello stress, ovvero NR31C che regola l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, stimolando una serie di risposte alle situazioni stressanti (tra le quali, per esempio, la produzione di cortisolo). I risultati ottenuti, però, avvertono gli stessi ricercatori, non sarebbero ancora sufficienti per giungere a conclusioni effettivamente attendibili dal punto di vista scientifico, soprattutto perché non è mai stata dimostrata una correlazione tra NR31C e la risposta allo stress.